Tontini, insieme a Letta per il nuovo PD

Tontini, insieme a Letta per il nuovo PD

Necessario un rinnovo della classe politica dirigente

per un pragmatismo teso a risolvere i problemi della gente sul territorio. Una sfida che richiama ciascuno di noi alla responsabilità di volere e costruire un partito davvero nuovo. Ecco perché io, diessino, ex consigliere regionale che viene dalla storia del Pci, ho deciso di stare con Enrico Letta, e di scommettere sulla sua visione moderna e innovativa del nascente Partito Democratico. Dobbiamo essere consapevoli, tutti noi che siamo espressione del riformismo nelle sue diverse articolazioni, che stiamo partecipando ad un percorso destinato a segnare la storia della politica italiana del nuovo secolo. Un percorso dove cultura socialista, liberale e cattolica democratica possano offrire il loro migliore contributo per una politica capace di incidere in modo profondo sulla realtà. E’ pertanto essenziale costruire un Manifesto per l’Italia per un “riformismo delle cose concrete” che affronti le questioni cruciali per lo sviluppo e la competitività di questo Paese. Innovazione, crescita, riforme, liberalizzazioni, concorrenza, libertà, solidarietà sono i temi che Enrico Letta e Pierluigi Bersani hanno affrontato nel loro viaggio nell’Italia dei distretti, delle imprese e dei sistemi locali. Un viaggio, restituito in un libro scritto a quattro mani da Letta e Bersani, che ho seguito con grande attenzione per la mia formazione che mi ha portato da sempre ad occuparmi di questi argomenti cruciali per lo sviluppo territoriale, ricoprendo ruoli diversi. Proprio queste istanze di rinnovamento, che vedono giovani e imprese in prima linea, dovranno costituire la spina dorsale del Partito Democratico. Quella che dobbiamo impegnarci a costruire dovrà essere una società moderna, con un’economia forte e stabile, con un sistema produttivo competitivo, con un tessuto sociale coeso, con un sistema universitario capace veramente di formare le giovani generazioni. È dal territorio e dalle Regioni che deve partire questo processo: per questo il nuovo soggetto politico nel quale mi riconosco dovrà essere un partito delle autonomie, dove le decisioni vengano prese sul territorio, non a Roma. Dobbiamo cogliere la grande opportunità, come Letta ha indicato con chiarezza, di attribuire al nascente Partito democratico una chiara impronta federale. E realizzare un sistema politico-istituzionale con forti caratteristiche di sussidiarietà, capace di valorizzare i meriti, le qualità e l’innovazione. A cominciare dal rinnovo della classe dirigente, con un processo costituente che garantisca la più ampia libertà di aderire a questa nuova grande sfida. È per questo che la proposta politica di Enrico Letta, basata sui valori della libertà, della natalità e della mobilità, risponde alle esigenze di sviluppo e di modernizzazione che si registrano a tutti i livelli di governo. Una proposta che proprio verso i giovani e le imprese mostra forte considerazione e che ha un’idea del Paese che mi convince. La candidatura di Letta rappresenta una valida alternativa per chi voglia “ripensare” la politica, privilegiando i contenuti del progetto rispetto alle vecchie appartenenze».