Case Minime, una questione pubblica

Case Minime, una questione pubblica

Si è solo buttato via un bel po' di tempo

Tutto questo non prevede nessuna “alternativa” prospettata dal Comune di Ascoli e dall’Assessore Lattanzi, nessuna soluzione che contempli l’inserimento dei privati nel progetto, come quella di affiancare all’edilizia pubblica quella convenzionata (che sarebbe realizzata dalle solite ditte tanto care all’attuale amministrazione comunale). Non c’è nessun empasse, piuttosto si è solo buttato via un bel po’ di tempo fingendo di non vedere l’unica soluzione naturalmente percorribile. Non bisogna convincere nessuno che il recupero della zona di Case Minime sia di interesse pubblico, la cosa è evidente di per sé; così come è evidente non soltanto la fattibilità immediata del progetto Erap di ristrutturazione (poiché i soldi ci sono e non servono altri “aiuti”), ma anche il fatto che gli interessi pubblici li fanno gli enti pubblici e non altri. Nessuna “compensazione”, nessun “allargamento” ai privati. Nessuna Conferenza di Servizi, nessun connubio pubblico-privato. Tutti gli amministratori coinvolti, in particolare quelli che rappresentano il Partito della Rifondazione Comunista, terranno bene a mente il modo più giusto e onesto per giungere alla cosiddetta “stretta finale” su case Minime a Borgo Solestà».