Arriva Dalla Pasciò a lu Saddarielle

Arriva Dalla Pasciò a lu Saddarielle

Una danza quasi “pagana” e liberatoria

Titolo della manifestazione "Dalla Pasciò a lu Saddarielle: i canti di questua della Pasqua nelle campagne ascolane: il dolore e la gioia nell’interpretazione della Compagnia del Saltarello Ascolano".
La Pasqua presso le nostre popolazioni contadine aveva un’importanza eccezionale perché - oltre ai significati spirituali del mondo cattolico che oggi sono riproposti in modo preminente - in essa riecheggiavano i remoti miti relativi alla “rinascita” primaverile della terra alla fine del difficile periodo invernale, come il sacrificio di ancestrali divinità che con il loro annientarsi e risorgere assicuravano la fecondità nei campi.
I festeggiamenti della Pasqua cadono in occasione della prima luna piena di Primavera, cioè dopo che il sole ha raggiunto il suo equinozio il 21 marzo: la vita ritorna nella vegetazione dopo il letargo invernale.
Naturalmente anche i canti di questua del periodo pasquale sono eventi rituali strettamente connessi con lo svolgimento calendariale dell’anno agricolo. Custoditi specialmente dai nostri contadini, essi costituiscono un ricchissimo patrimonio spirituale in cui si riflette la loro fede genuina e costante. Il carattere di gran parte di questi canti è per nulla mistico o convenzionalmente religioso nelle loro melodie, qualunque sia il loro argomento e la loro occasione. Infatti l’animo popolare, anche in questi canti di mestizia, non si lascia sfuggire l’occasione di inserirvi - fenomeno esclusivamente marchigiano - il Saltarello finale di richiesta in una esplosione quasi “pagana” e liberatoria di gioia e speranza. I canti vengono portati da squadre di cantori e suonatori, casa per casa, come augurio di salute, benessere e abbondanza, in cambio di cibo e vino destinati al pranzo che conclude la festa.