E' seguito un momento di raccoglimento presso la sala "Carlo Urbani"
Ed andare a ricercare, con fare certosino, le funzioni degli edifici e la storia che le loro facciate racconta. Ad un breve giro turistico con Paolo Sbattella dentro la splendida e minuta Pedaso è seguito un momento di raccoglimento presso la sala “Carlo Urbani” per completare la mattinata con quell’arte che meglio di altre valorizza il territorio e le sue bellezze: la poesia.
Prima in fila abbassando la testa sotto i ponti dei vicoli della città marinara antica, con sprazzi di storia che facevano riaffiorare antiche memorie e poi la sensazione dell’”unicum” creatosi presso l’aula intitolata al prode medico senza frontiere dove si sono letti versi del poeta Michele Sovente, purtroppo assente.
Meditare nel silenzio di una Pedaso domenicale ancora addormentata, girare indisturbati fra i vicoli di un borgo che rimpiange il passato della sua massima attività, ricordare e valorizzare attualmente una realtà che rischia di rimanere preda delle ragnatele a causa dell’utilizzo spasmodico dei centri commerciali. Un modo per passare una domenica diversa e portare a casa piacevoli emozioni che saranno dure a sparire. Tutto questo è stato reso possibile grazie al lavoro di Adelelmo Ruggieri, la collaborazione di Massimo Gezzi e la sapiente regia di Elvezio Serena, presidente della sezione di Fermo di Italia nostra.