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Domenico Alessi trasferito all'ospedale di Padova
Per Appignano ancora un lutto cittadino dopo la disgrazia dei 4 ragazzi investiti
Il viaggio si è reso necessario per poter curare al meglio le gravi ferite riportare dopo il pauroso scoppio che ha ucciso due suoi operai di Appignano. L'ottantenne aveva riportato ustioni profonde sul cinquanta per cento del corpo. Si era cercata una sistemazione in un centro specializzato per grandi ustionati, ma nel raggio di 300 chilometri non c'era un posto letto libero in nessuna struttura attrezzata. Le condizioni del ferito prima del trasferimento erano gravissime e restano molto critiche, ma il trasferimento a Padova induce ad un cauto ottimismo.
Appignano piange i suoi lavoratori deceduti: Francesco Marrucchi e Filippo Gabriell. Il sindaco della cittadina ha indetto due giorni di lutto cittadino, a pochissimi giorni dalla vicenda dei quattro ragazzi investiti da Marco Ahmetovic, il rom ubriaco. Sono 32 i feriti del day after di Piane di Montegiorgio e in queste ore si cerca di rimediare ai danni più gravi, coprire i tetti e le finestre. Il Centro operativo misto comunale e la Protezione civile regionale hanno fatto una nuova stima dei danni subiti da capannoni ed edifici investiti dall'onda d'urto dello scoppio, e dai pezzi di calcestruzzo volati via dalla fabbrica di fuochi: almeno 15 le strutture produttive lesionate, oltre a diverse abitazioni private e due scuole rimaste senza vetri alle finestre.
Disastro colposo: è questa l'ipotesi di reato formulata dal procuratore di Fermo Piero Baschieri, che ha aperto un fascicolo di indagine sull'esplosione della fabbrica di fuochi d'artificio 'Alessi' di Piane di Montegiorgio. Carabinieri e vigili del fuoco hanno continuato a cercare altri resti della seconda vittima: l'operaio Filippo Gabrielli, dilaniato dall'esplosione: la sua testa è stata trovata a 150 metri dal punto dell'espolosione, in una scarpata. Mentre il corpo del compagno Francesco Marrucchi era stato recuperato ieri, integro ma totalmente carbonizzato.
Completata la messa in sicurezza di quel che rimane dei bunker interrati dell'azienda (e di altro esplosivo), tutta l'area - che si estende per circa un ettaro - è stata messa sotto sequestro dalla procura. Lunedì prossimo il pm disporrà le ricognizioni cadaveriche delle due vittime, mentre i carabinieri stanno raccogliendo le testimonianze dei due operai rimasti illesi. Impossibile, ad oggi, ipotizzare un interrogatorio del titolare della ditta, Domenico Alessi, ricoverato in coma ad Ancona. In un impianto ad alto rischio come una fabbrica di fuochi pirotecnici, ha spiegato Baschieri, qualsiasi inadempienza diventa colposa, ed è per questo che il pm si avvarrà di consulenti esperti di esplosivi per tentare di capire cosa abbia scatenato il disastro. Gli indagati, al momento "teorici", ha sottolineato il procuratore, saranno avvisati in tempo per le operazioni peritali e gli accertamenti sui corpi delle vittime. Senz'altro lo sarà la responsabile legale dell'azienda. Allo stato delle verifiche, le autorizzazioni della 'Alessi' appaiono in regola, ha aggiunto il magistrato. Tante le ipotesi, ma per ora nessuna prevalente, su cosa possa aver scatenato l'esplosione che ieri pomeriggio ha distrutto la fabbrica di fuochi artificiali 'Alessi' a Piane di Montegiorgio, provocando due morti, una ventina di feriti, e danni a numerose altre aziende e abitazioni vicine.
L'azienda, fondata trent'anni fa ad Appignano del Tronto, aveva aperto un secondo stabilimento a Piane di Montegiorgio in un sito di un ettaro, dove erano stati realizzati bunker interrati per lo stoccaggio di clorati (le sostanze più pericolose), polvere nera, e dei prodotti finiti; oltre ad alcuni fabbricati più piccoli destinati alla lavorazione dei fuochi pirotecnici.
La licenza di esercizio era stata concessa, come prevede la legge, da Prefettura e Questura di Ascoli Piceno; quella per la prevenzione incendi dal comando provinciale dei vigili del fuoco, con relative verifiche periodiche. Stando a quanto si è appreso, la 'Alessi' era autorizzata a stoccare in deposito fino a un massimo di 4.500 chilogrammi di prodotti finiti, 100 kg di polvere nera, e pochissimi chili di clorati, meno di una decina.