Ricordo una campagna elettorale per l’elezione del sindaco della nostra città, i vari esponenti berlusconiani (Celani, Trenta, Travanti) che facevano a gara per mostrare foto assieme al loro capo.
Mi tornano in mente scene grottesche come quella di un assessore (oggi silurato da Castelli), il quale nottetempo aveva ricoperto tutti i parabrezza delle auto in sosta con volantini che lo ritraevano assieme al suo mentore e padrone Silvio Berlusconi.
Successivamente s’è passati ad esaltare pezzi di centrodestra (UDC) che rincorrevano opportunistiche alleanze ora con la destra, ora con la sinistra.
Mentre nella nostra regione si creava il “laboratorio Marche”, nel confinante Lazio ci si comportava in modo diametralmente opposto.
Ci fu pertanto, nel nostro territorio, la rincorsa a candidature di esponenti cosiddetti moderati che hanno portato a riconfermare il comune e consegnare la provincia alla destra (qualche autocritica al nostro interno sarebbe doverosa!).
Oggi, all’indomani dello tsunami grillino, c’è la gara all’imitazione ed alla denigrazione della politica altrui.
Leggo di “modelli per Ascoli” proposti da formazioni politiche spazzate via dall’ultimo risultato elettorale che dicono di avere anche il plauso del mio partito, peraltro non concesso in quanto mai interpellato a tal proposito.
Autorevoli esponenti politici locali, dopo la debacle elettorale del febbraio scorso, assicurano mirabolanti rimonte promettendo improbabili (per loro!) accordi col M5S.
Noto una corsa frenetica, sull’onda del successo grillino, alla costituzione di liste civiche.
Addirittura qualche lista civica che esiste da 15 anni si è affannata a ricreare cariche interne, riconfermando, forse senza rendersene conto, gran parte delle stesse persone in ruoli diversi.
Mi preme precisare, riguardo a quanto affermato dal nuovo coordinatore dell’Alveare Paoletti, che il PD ascolano ha perso le comunali del 2009 proprio a causa “di chi si è chiuso nelle salette semibuie dove si decidevano le sorti della città in accordi trasversali tra i soliti vecchi politicanti sopra ai loro troni”.
Non esitammo nemmeno un secondo ad opporci a quella casta!
Pertanto non accettiamo lezioni, soprattutto da chi ha tra i suoi leader qualcuno che su quei troni vorrebbe sederci e che spesso ha seguito e vorrebbe continuare a seguire i consigli di chi in quelle stanzette semibuie c’era e con un ruolo da protagonista.
Un dato è per il PD indiscutibile e drammatico: la contiguità dell'attuale amministrazione con le precedenti targate Celani: ennesime varianti urbanistiche spacciate goffamente per edilizia per i giovani, silenzio tombale sul destino della Saba, sulla riduzione di personale alla casa albergo “Ferrucci”, feste e sagre spacciate per Cultura!
Insomma, una città capoluogo gestita senza un progetto, senza una visione d'insieme, come si trattasse di un paesino di campagna.
In questo panorama, il progetto di rinnovamento profondo della città, presentato ai cittadini nel 2009 con la candidatura di Antonio Canzian, è ancora attuale e necessario.
E’ il punto da cui ripartire, ancor più adesso che la crisi ha inferto ulteriori colpi ad una città già in difficoltà ed ora in ginocchio, trascurata da una amministrazione sciatta e inadempiente.
Siamo convinti che da questo punto di partenza sia poi utile e necessario aprirsi al confronto con tutte quelle forze politiche e movimenti che individuano, come noi, nella discontinuità e nel rinnovamento della classe politica l'elemento essenziale su cui fondare l'alternativa all'attuale amministrazione.
E’ con questa convinzione, che il PD ascolano vede nel metodo delle "primarie aperte" lo strumento indispensabile per il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte che li riguardano.
La partecipazione, la credibilità dei progetti e, soprattutto, delle persone è la risposta che i cittadini, sempre più stanchi e sfiduciati, si aspettano da noi!