In Italia sempre più poveri

In Italia sempre più poveri

Due milioni e 782 mila nuclei familiari vivono in condizioni di assoluta povertà. Anche le famiglie di operai peggiorano la loro condizione, in quanto l’incidenza della povertà relativa passa dal 40,2 del 2010 al 50,7 del 2011 – dati cui si riferisce il rapporto Istat presentato in questi giorni - Il 28,5 per cento delle famiglie con cinque o più componenti è povera con una incidenza che nelle regioni del Sud raggiunge il 42,5 per cento dei nuclei.
Sicilia e Calabria sono le regioni più povere mentre la meno povera è la provincia di Trento, seguita dalla Lombardia, Valle d’Aosta e Veneto. Per i politici la colpa è del governo Monti.”Hanno fatto cassa sulla pelle dei cittadini,lasciando impuniti evasori, speculatori ed i soliti noti della casta” tuona Antonio Di Pietro leader dell’Italia dei Valori,  per il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, il governo è responsabile dell’aumento della povertà. Anche il Ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi è intervenuto sull’argomento:”così le famiglie non reggono, dobbiamo intervenire con le Regioni, ma non abbiamo risorse”. Le cifre del rapporto sono impressionanti;con un solo componente la media della povertà in Italia è del 6,7 per cento che sale al 9,4 per cento per la coppia, cresce all’11,7 per cento con un figlio, si impenna al 15,6 per cento con due bambini e si innalza al 28,5 per cento quando i figli sono tre o più. E’ un Paese che si sta riducendo a brandelli nel quale l’essere giovani sembra quasi una condanna con una alta possibilità di finire in miseria E’ assolutamente necessario predisporre un vero piano per la loro occupazione,basta slogan sui giovani,non possiamo far sempre conto sulle famiglie che aiutandosi tra i diversi componenti riescono bene o male a coprire le necessità con i risparmi privati dei genitori, dei nonni che hanno lavorato per una vita e che rappresentano ora l’ultima generazione che sta aiutando figli e nipoti privi  del lavoro. Chiediamo da anni un sistema fiscale che riconosca concretamente, tramite l’applicazione del quoziente familiare, i diversi pesi di cui una famiglia deve farsi carico per compiere il primo e più decisivo investimento sociale per un Paese come l’Italia,mettere al mondo ed educare i cittadini di domani.
E’ indispensabile spostare l’imposizione fiscale dal lavoro alla rendita finanziaria, rivedendo vecchie agevolazioni e rafforzandone di nuove, in tal modo si attuerebbe una operazione di equità, di lungimiranza ovvero una assicurazione contro il rischio per le situazioni di povertà più gravi. E’ giunto il momento nel quale  governo ed  istituzioni non possono più sottrarsi a questa responsabilità.

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