Almeno quattro Paesi esterni all’eurozona – scrive il Financial Times – temono che l’approvazione del trattato nei loro parlamenti dipenderà massimamente dalla formulazione di quello che promette di essere un complicatissimo testo legale.
All’interno dell’unione monetaria a 17 emergono alcune crepe. In Irlanda i leader dell’opposizione hanno chiesto al primo ministro Enda Kenny di organizzare un referendum sul nuovo patto che con ogni probabilità avrebbe un esito disastroso. Nei Paesi Bassi i partiti di opposizione accusano il governo di minoranza di Mark Rutle di aver gestito l’accordo in maniera del tutto inadeguata.
Il primo abbozzo del nuovo trattato fiscale dovrebbe essere elaborato prima delle vacanze natalizie. Secondo un esponente del governo inglese quella che doveva essere un’unione di “crescita e stabilità sarà invece una unione di instabilità e stallo”.
Sempre secondo il Financial Times questa orgia di austerity che sta avvolgendo il vecchio continente porterà solamente ad una recessione strutturale e prolungata nei paesi vulnerabili – come l’Italia –. La difesa della moneta unica provocherà il crollo dei salari, la deflazione del debito ed uno stallo duraturo. Un prezzo troppo alto da pagare per milioni di cittadini europei che hanno perduto o perderanno nel 2012 i loro posti di lavoro. Ne valeva la pena?