La sua nuova risposta mi permette di fare un ulteriore passo in avanti, dimostrando non più soltanto l'incoerenza – che persiste, nonostante i giri di parole spacciati per finezze - ma anche la conoscenza, per usare un eufemismo, approssimativa delle tematiche economiche che, per dirla col Ciccanti, sarebbero chiare anche ad un umilissimo ragioniere. Anche il Fantozzi rag. Ugo, infatti, saprebbe che il federalismo fiscale non è affatto in contrasto con tasse locali su seconde case e soggiorni vacanzieri; percorrendo occasionalmente strade diverse dalla Salaria, e viaggiando magari all'estero, l’onorevole – pardon, il il ragioniere - scoprirebbe che proprio la patria del "no taxation without representation", la più federale delle democrazie liberiste e la più liberista delle democrazie federali, cioè gli Stati Uniti d'America la cui nascita fu coniata da quello slogan, ha istituito la stessa identica tassa nell'autonomia degli stati e delle contee, tanto che se andasse a New York per qualche giorno dovrebbe pagare la tassa (che lì si chiama Hotel Room Occupancy Tax, tassa sull’occupazione delle camere alberghiere). Non ci vuole un segugio per scoprirlo, basta cercare su internet e leggere. E' evidente quindi che il deputato Ciccanti fa proprio un principio liberale statunitense non avendolo minimamente compreso né nella teoria né nella pratica; non è molto rassicurante visto che in parlamento – sempre quand’è presente e non ha altri impegni, come avvene sullo scudo fiscale - c’è lui a votare, confermando l'urgenza di un ricambio generazionale e culturale di una classe politica del tutto inadeguata.
Dunque, l'arzigogolata quanto impacciata risposta dell'onorevole Ciccanti è davvero poco commisurata al titolo che gli viene concesso, somigliando sempre più ad una disonorevole figuraccia. La realtà è che non c'è nulla di autenticamente tecnico nelle sue osservazioni, e pure nulla di politico nel senso più nobile dell’aggettivo; i suoi interventi, che ben rappresentano il vuoto spinto della politica italiana, sono delle bandierine che girano dove gira il vento, unicamente finalizzati a coltivare amicizie utili per la propria sopravvivenza politica, e sconfinando sia dai ruoli che riveste, sia dalle competenze degli enti di cui è amministratore, e sia - ancor più grave - dal semplice buon senso. Mi auguro quindi che dopo questa ennesima figuraccia scelga, per una volta, la strategia giusta: interessarsi di più per ciò per cui è profumatamente pagato e di meno delle vicende sambenedettesi.