Infatti alcuni esprimono riserve sul suo livello di sicurezza, altri rilevano la poca funzionalità e pericolosità del parcheggio autorizzato al suo lato, altri ancora si lamentano per il restringimento dell’asse stradale riservato al traffico automobilistico.
A loro volta gli esercizi commerciali che operano sull’asse stradale interessato all’opera si lamentano per la possibile riduzione del loro volume di affari.
I rilievi formulati meritano un approfondimento e una discussione.
Infatti è probabile che la pista ciclabile presenti qualche elemento di criticità. Così come può essere che lo spazio destinato alla sosta non sia la scelta migliore. E’ di tutta evidenza altresì l’esattezza del rilievo riguardante il restringimento dell’asse stradale.
Per quanto riguarda il presunto calo del volume degli affari degli esercizi commerciali la previsione può rilevarsi alquanto controversa. Al riguardo appare comunque opportuno rilevare che non sembra che il Corso Vittorio Emanuele sia stata mai una strada particolarmente favorevole ad un impetuoso successo dell’attività commerciale, considerando il numero veramente significativo di attività intraprese e poi dismesse in tempi più o meno rapidi, e comunque con una frequenza di gran lunga superiore a quella verificatasi in altre zone della città.
E questo già prima che venisse realizzata la pista ciclabile.
E’ da ritenersi, quindi, che la pur fondamentale funzione di collegamento della strada tra il centro storico e il popoloso quartiere di Porta Maggiore non sia mai riuscita a favorire un rilevante sviluppo delle attività economiche e commerciali, in quanto la sua utilizzazione è stata prevalentemente quella del transito veloce automobilistico , transito sicuramente ininfluente se non addirittura in contrasto con lo svolgimento delle attività commerciali.
A nostro parere, le cose potrebbero cambiare significativamente se con un atto coraggioso e lungimirante l’Amministrazione Comunale decidesse di portare avanti il progetto di miglioramento della qualità del asse stradale, facendolo diventare una vera e propria “ strada residenziale “ in cui coniugare un limitato traffico automobilistico con quello prevalente riservato ai pedoni ( con marciapiedi più ampi, panchine, fioriere , sedute per favorire l’incontro e la socializzazione dei suoi fruitori) in modo da favorire l’acceso al centro a piedi. In particolate riservando il traffico automobilistico ai residenti del centro storico e ai mezzi pubblici, comprendendo tra questi un bus navetta ecologico di piccole dimensioni,in grado di collegare con una frequenza la più ampia possibile la parte est della città ( dalla zona della Questura) sino al Battistero, sì da rendere superfluo l’uso del mezzo proprio, prevedendo anche l’eliminazione dell’attuale area di sosta indiscutibilmente impattante , poco funzionale e probabilmente pericolosa. In questo modo , siamo certi, il Corso diventerebbe un luogo frequentatissimo, un luogo vivibile ed elegante con un limitato o addirittura inesistente livello di inquinamento e gli esercizi commerciali vedrebbero sicuramente incrementato il volume di affari. D’altra parte è quello che si è verificato in tutte le località d’Italia dove gli amministratori hanno avuto il coraggio di fare queste scelte che sembrano rivoluzionarie, ma che tali non sono, essendo semplicemente scelte di buon senso.
Oltre tutto l’avvio di questo processo consentirebbe finalmente di ridurre o addirittura eliminare il volume di traffico, sicuramente inaccettabile, che penalizza una delle strade di più spettacolari d’Italia, che collega la splendida e monumentale parete laterale del Duomo Cittadino impreziosita dall’elegante Porta delle Muse, il retro del Battistero, finalmente liberato dalla sua primitiva funzione di artistico spartitraffico, il Maestoso Palazzo dell’ex Seminario per finire con la preziosa facciata del Palazzo Bonaparte, splendido esempio di architettura rinascimentale, perfetto nella sua classica armonia, ora tornato al primitivo splendore dopo l’opera di pulizia dei conci di travertino, il cui incantevole profilo non appare fruibile per la presenza di un traffico continuo e di un inquinamento di polveri sottili molto elevato. Senza dimenticare l’impatto dissacrante rappresentato dal parcheggio delle auto a ridosso delle sue emergenze più significative, parcheggio sicuramente da eliminare per tutelare un bene monumentale di rilevante valore.
Privarsi di così tanta bellezza non è più consentito.
Decidiamo una volta per tutte se vogliamo realmente utilizzare le nostre migliori risorse per renderle fruibili e produrre una ricchezza solida e duratura.
Ricordiamoci di come era Piazza Arringo prima della chiusura al traffico e dell’eliminazione del traffico e del parcheggio.
Confrontiamo il prima e il dopo e decidiamo se conviene andare avanti o voltarci indietro come Orfeo per tornare nell’Averno “definitivamente”.