Nella sanità ascolana o sei figlio di qualcuno o devi rivolgerti al tribunale

Nella sanità ascolana o sei figlio di qualcuno o devi rivolgerti al tribunale

Ad oggi è in qualità di Commissario il Direttore Generale della ASUR Dr. Ciccarelli ed è stata nominata la dott.a Compieta come responsabile del personale già responsabile del personale della Zona Territoriale 12  di S. Benedetto e da noi presente per soli due giorni la settimana.
E’ cosa ammissibile?  L’Ospedale di San Benedetto conta circa 1.200 dipendenti e quello di Ascoli circa 1700 dipendenti. Quale altro Ospedale delle Marche o d’Italia si trova in una situazione del genere? E’ possibile dirigere un’azienda di 1.700 dipendenti con la presenza incostante e saltuaria del Direttore del Personale e senza il Direttore di Zona?
Questo modello, così tanto a lungo sperimentato e mantenuto nella zona 13, potrebbe essere esportato nel resto delle Marche con enormi risparmi per la Sanità regionale. Sarebbe un modo per giustificare l’esistenza dell’ASUR e l’approvazione della legge 13 che così come è stata modificata aggiunge maggiori poteri al direttore dell’ASUR e li diminuisce ulteriormente ai Direttori di Zona, meri esecutori di direttive prese dall’Azienda Sanitaria Unica Regionale. Il personale tutto (medici, infermieri, amministrativi, tecnici) ha da lamentarsi di questa situazione per non parlare dei pazienti che malgrado l’impegno di tutti spesso accade che si sentano inesorabilmente un po’ trascurati! E’ sufficiente conoscere alcuni dati, che ovviamente non sono resi noti, come la percentuale di infortuni sul lavoro che si aggira intorno all’8% (Se una ditta metalmeccanica, il cui indice infortunistico è dell’ordine del 2-3%, avrebbe un tale tasso di eventi infortunistici sarebbe volta al fallimento!), come l’alto numero di dipendenti che sono stati collocati a riposo anticipatamente per cause di servizio: ma qui non siamo al cospetto di un lavoro altamente usurante come quello di una miniera ma in un ospedale!
E cosa dire delle vertenze di lavoro individuali e dello stato di abbandono in cui si trovano alcuni servizi per non parlare del Blocco Operatorio che sin dai tempi dell’ing. Maresca doveva essere ristrutturato. Il cittadino è portato a dimenticare ma i politici che seppure sempre presenti alle varie inaugurazioni sono sempre assenti come ora che siamo in presenza di un ulteriore  Commissariamento.
Se la sanità nel nostro territorio ancora non collassa, lo si deve esclusivamente all’abnegazione del personale. I medici per operare sono costretti ad usare attrezzare proprie, gli infermieri spesso devono fare due turni cumulando16 ore di lavoro continuativo con rischio di errore. Gli amministrativi devono risolvere problemi creati dai “capi” ultrapagati: un esempio per tutti, il CUP. In una azienda che si rispetti il “capitale umano” è tra le prime cose a cui si pensa, nella sanità ascolana o sei figlio di “qualcuno” o devi rivolgerti al tribunale. Purtroppo ogni Direttore ha lasciato dietro di sé brutti ricordi.
Alcuni direttori non hanno avuto tempo, altri, come Zuccatelli, con la complicità dell’allora direttore del personale Milani, se ne sono fregati di contratti di lavoro, Leggi ecc. permettendosi di favorire alcuni dipendenti a discapito di tanti altri i quali, ignari dei provvedimenti adottati, sono stati penalizzati e guarda caso, con la complicità di alcune OO.SS che preferiscono tacere. Perché? La scrivente OO.SS. ha inviato all’allora Commissario Del Moro una lettera nella quale affermava che visto il comportamento strafottente dei suoi predecessori paragonava la gestione del personale della Zona Territoriale 13 a “Cosa Nostra” e malgrado ciò nulla è cambiato, molte situazioni risalgono al 2006 e per alcune di esse non vi è stata altra via della Procura, del Ministero del Lavoro, dell’Ispettorato del Lavoro, dell’Ufficio di conciliazione. Alcuni casi sono stati chiusi ma ovviamente con spese a carico dell’Azienda o meglio nostre, perché in ultima analisi siamo noi che paghiamo, non chi sbaglia, non il dirigente che ha permesso gli scempi, ma questo a chi interessa?. Non ci rimane che continuare a sperare che le cose cambino.