Riportiamo integralmente, e ne condividiamo lo spirito, un articolo comparso di recente su www.zeusnews.com che censura il senatore piceno sul tema delle sanzioni alle intercettazioni: «Adesso si spiega perché l'emendamento proposto dall'onorevole Cassinelli al DDL sulle intercettazioni non sia passato: se il senatore Amedeo Ciccanti (UDC) è rappresentativo della maggior parte dei suoi colleghi, ora è tutto chiaro.
La proposta di Cassinelli - è bene ricordarlo - prevedeva che, in luogo delle 48 ore concesse dalla legge per la rettifica, ai blogger venisse concesso più tempo (una settimana). La motivazione è evidente: un blogger - a parte i pochi che sono riusciti a trasformare la scrittura in Rete in una fonte di reddito - tipicamente non tiene sott'occhio quotidianamente il proprio blog, preso com'è da lavoro, famiglia e impegni propri della vita reale.
Lasciare più tempo per correggere i propri errori pareva niente più che una misura dettata dal buon senso e dalla conoscenza del funzionamento di Internet.
Il senatore Ciccanti, invece, è di tutt'altro avviso. Sul proprio blog (peraltro evidentemente non curato da lui in persona, poiché le sue dichiarazioni sono riportate da una terza persona) s'inalbera immediatamente solo a sentir nominare la proposta e si chiede perché "i blogger debbano avere una zona franca penale e non debbano, invece, soggiacere come tutti gli altri operatori dell'informazione alle stesse regole di salvaguardia della tutela della privacy".
Una frase del genere lascia pensare una sola cosa: che il senatore non sappia bene di che cosa sta parlando. Sostenere che i blogger - tutti i blogger - siano operatori dell'informazione è un'asserzione che non vale nemmeno la pena di perdere tempo a smontare, essendo sotto gli occhi di tutti come nella categoria blogger rientrino sì anche i giornalisti vero, ma pure le ragazzine che usano il Web come se fosse un diario personale e semplici cittadini che hanno trovato un modo semplice per dire la propria a chiunque voglia starli a sentire.
Qualificare come operatore dell'informazione l'autore di un blog equivale a considerare un giornalista chiunque commenti le notizie del giorno al bar del paese.
Non solo: la "zona franca penale" di cui parla l'onorevole Ciccanti non trova riscontro da nessuna parte, a meno che il senatore non sappia qualcosa che nessun altro - nemmeno i promotori del DDL, né quelli degli emendamenti - sanno.
Ai blog da sempre si applicano le leggi che coprono i reati di diffamazione e calunnia, e gli autori devono comunque stare bene attenti a quel che scrivono poiché mai, a nessuno, è concesso insultare chicchessia gratis e impunemente; l'unica attenzione che si sarebbe voluto concedere loro stava, appunto, nei tempi d'intervento per i motivi già spiegati.
Lo stesso Ciccanti lo dice, sempre nel proprio blog, quando scrive che "ognuno, quando scrive o parla, deve sapere quello che dice, così come avviene nelle normali relazioni umane"; ma è il successivo riferimento all'impunità che non ha alcuna base.
Si legge, infatti, di seguito: "Tale impunità se dovesse passare trasformerebbe dopo qualche settimana i blog nel più grande ‘affare' del web, sapendo che ognuno può, in quei siti, compiere i più impietosi atti squadristici!".
Come un blogger, che alla situazione attuale sarà obbligato a rettificare le proprie opinioni - a torto o a ragione - entro 48 ore pena una multa salatissima, possa macchiarsi di atti squadristici sfugge anche alla più fervida delle fantasie, tranne che a quella dell'onorevole Ciccanti.
Il senatore farebbe però bene a riconsiderare la norma in corso d'approvazione e a correggere subito il tiro: dopo l'approvazione, invece che in una zona franca penale, rischia di trovarsi a dover rettificare immediatamente le proprie affermazioni».