Grazie a tale consapevolezza anche nelle Marche pulsa e ferve (sebbene nella disattenzione dei media e nell’indifferenza dei vertici istituzionali, amministrativi e partitici) un grande patrimonio etico e civile che esprime dal basso istanze di nuova democrazia, nuova economia, nuova socialità.
E’ convinzione di noi tutti che il cambiamento passi attraverso la capacità di riportare al centro del dibattito pubblico e delle scelte politiche le persone ed i loro bisogni concreti ridando ai cittadini il loro diritto di scegliere e decidere perché il futuro comune non sia definito da pochi ma sia costruito con la partecipazione del maggior numero possibile di soggetti.
Alla luce di tale visione partecipativa e del fatto che sono i cittadini (e non i vertici delle istituzioni partitiche) a detenere la sovranità democratica, riteniamo che la negoziazione che le segreterie dei partiti stanno conducendo sui programmi per il prossimo governo regionale debba avere già in questa fase carattere pubblico e che siano legittime e di pari dignità e peso democratico le proposte contenutistiche che vengono dal basso e che qui sinteticamente elenchiamo:
1) approvare, entro sei mesi dall’insediamento del nuovo governo regionale, una legge sulla partecipazione che garantisca la rappresentanza diretta, strutturata, continuativa e codificata dei cittadini organizzati e portatori di interessi diffusi.
2) Approvare, entro sei mesi dall’insediamento del nuovo governo regionale, una nuova legge sulla pianificazione che garantisca il governo integrato e partecipato dei territori ed una rapida e drastica riduzione del consumo di suolo.
3) Sostenere la scuola pubblica per compensare i gravi tagli dei finanziamenti statali, al fine di garantire saperi, conoscenze, formazione ed istruzione di qualità anche ai ceti disagiati o a chi vive nelle aree interne, montane e rurali.
4) Attuare senza deroghe il vigente PEAR e favorirne la rapida evoluzione verso la piena sostenibilità energetica attraverso lo stop a nuovi impianti che utilizzino fonti da combustibili fossili (rigassificatori, inceneritori, centrali atomiche), attraverso precise limitazioni all’uso delle biomasse da consentire all’interno dell’attività agricola ed in modalità che seguano il principio del piccolo e diffuso, attraverso, infine, una sensibile incentivazione alle fonti veramente rinnovabili, come il solare, l’eolico, il geotermico, il microidroelettrico. Sensibilizzare la popolazione con apposite campagne volte a promuovere comportamenti virtuosi di risparmi energetico.
5) Riconoscere, attraverso concreti e specifici atti legislativi, il principio che l’aria, l’acqua, la terra, le fonti rinnovabili di energia sono beni comuni; in quanto tali non possano essere dissipati in nome di interessi economici e debbono essere preservati per le generazioni future. In particolare per quanto riguarda l’acqua garantire una gestione pubblica, virtuosa e partecipata dei servizi idrici, politiche di riduzione del consumo e blocco delle autorizzazioni alla captazione al fine di ristabilire il Dimensionamento Minimo Vitale dei singoli bacini idrografici. Approvare entro 3 mesi dall’insediamento una legge regionale che regolamenti il servizio idrico integrato come servizio di interesse generale, privo di rilevanza economica, vincolando pertanto tale servizio alla gestione pubblica e definendo strumenti, organismi e modalità che consentano ai cittadini, attraverso l'informazione e la partecipazione diretta alla definizione delle scelte gestionali, di rendere effettivo tale carattere pubblico.
6) Anziché incentrare la mobilità urbana ed extraurbana sul trasporto privato, rendendo così vane le scelte virtuose in campo energetico e ambientale, avviare un piano generale della mobilità dei territori basato sul trasporto pubblico e sull’uso razionale ed intelligente del mezzo privato (car pooling, car sharing). Indirizzare le risorse ad infrastrutture viarie soltanto se adeguati ed approfonditi studi trasportistici e di valutazione del loro impatto socio- economico (rapporti costi/benefici) sui sistemi locali ne provano la reale necessità e comunque soltanto se c’è una piena condivisione da parte delle popolazioni dei territori interessati.
A ciascun segretario, così come a ciascun candidato o possibile candidato, chiediamo di far conoscere pubblicamente ed in modo chiaro la posizione del proprio partito, nonché l’impegno individuale e del proprio gruppo a rappresentare ed a sostenere ognuno di tali contenuti che i sottoscritti ritengono debbano costituire, insieme ad altri (quali occupazione, deprecarizzazione del lavoro, giustizia salariale, ruralità, innovazione e ricerca), punti irrinunciabili del programma per il prossimo governo regionale.
Per il loro valore strategico ai fini di quel cambiamento che in tanti riteniamo necessario, tali contenuti costituiscono il collante che, aldilà delle appartenenze definite da simboli e bandiere, dà senso al nostro volontariato e motiva il nostro impegno civico. Per questo faremo il possibile perché essi connotino la proposta e l’azione politica regionale. Sulla base della posizione rispetto a questi punti fondamentali orienteremo dunque il nostro, eventuale, consenso verso chi si candida a governare la regione; comunque ci mobiliteremo e, se necessario, ricercheremo forme dirette ed innovative di autorappresentanza.
Stefania Acquaticci, Carlo Brunelli, Marco Bruni, Flavia Capra, Mario Carini, Gianni Conte, Ebe Francioni, Olimpia Gobbi, prof. Roberto Mancini, Paola Massi, Eleonora Moretti, Angela Pazzi, Sergio Refi, Lucio Santoni, Fernanda Silva, Sergio Sinigaglia, prof. Fabio Taffetani, Anna Maria Vecchiola