Un posto in consiglio regionale come premio per aver perso Provincia e Comune
di centrodestra guidata dal presidente Piero Celani e nello stesso tempo gli porge la mano: il Pd appoggerà Celani in consiglio se annullerà le delibere sulla divisione con Fermo e con quei fondi ne farà un “tesoretto” per chi ha perso il posto di lavoro. Spara a Celani per continuare a colpire l'ex presidente Massimo Rossi.
Non è solo Gionni. A spalleggiarlo c'è come sempre Luciano “Darwin” Agostini, deputato della Repubblica, che a Gionni deve compensare i “rospi” che il segretario provinciale del Pd ha dovuto ingoiare per rendere possibile il doppio regalo al centrodestra di Provincia (con la candidatura suicida di Emidio Mandozzi e la rottura con Rossi) e del Comune anche qui non riuscendo a sostenere completamente il candidato sindaco Antonio Canzian dal “fuoco amico” di alcuni piduini strateghi di alta politica (non di politica alta).
Non manca all'appello di sostegno, lanciato da Luciano “Darwin” Agostini, il consigliere provinciale ed ex sindaco di Offida Lucio D'Angelo e qualche portavoce. Il gruppo è sempre lo stesso? Chissà, forse Mandozzi è un po' da parte. Adesso è importante che la partita a scacchi studiata con la guerra a Rossi continui e le pedine raggiungano i propri obiettivi trasformandosi in alfieri accanto a re Luciano “Darwin”. E pur di diventare alfiere Mauro Gionni non si è alzato dalla poltrona di segretario provinciale del Pd dopo la disfatta delle amministrative cercando di incantare i serpenti con le ultime primarie per l'elezione di Bersani alla segreteria nazionale.
Già perché Gionni, capolista della mozione Franceschini, ha osato anche dire che, visto il numero di elettori delle primarie per la mozione Franceschini, non gli viene addebitato alcun errore di gestione per le amministrative perse.
Gionni dimentica un piccolo particolare: gli elettori votavano Dario Franceschini e non certo lui, ha preso voti perché era capolista della mozione. Infatti quando Gionni si è cimentato in una competizione elettorale vera ... è affondato: si era alle comunali di Folignano dove Pasquale Allevi, attuale assessore provinciale (Map), lo sconfisse sonoramente al Comune.
La partita a scacchi però non è così semplice come può sembrare e nonostante le ostentazioni di sicurezza manifestate a piene mani. Gionni deve fare i conti in vallata dove il suo mentore Luciano “Darwin” dovrebbe assicurargli una messe(?) di voti.
Si perché proprio nella vallata si estenderà la ricerca di consenso di altri due candidati del Pd: Pietro Colonnella e Paolo Perazzoli che da San Benedetto per superarsi dovranno attingere extra moenia. Sulla vallata però anche Valeria Senesi dovrà di certo lavorare per sostenere la sua corsa. Dunque così tante certezze l'alfiere Mauro Gionni non le può certo avere.
E Ascoli? Beh ad Ascoli le persone che volevano un'altra città, una città con un altro futuro da costruire aveva votato Antonio Canzian come sindaco: metà degli ascolani votanti meno 230. Quegli ascolani hanno scoperto poi perché Canzian non è diventato il sindaco di Ascoli e Gionni non potrà nascondersi dietro ad un dito.
Ha voglia a dire che lui in qualità di segretario provinciale del Pd insieme alla sua segreteria non ha responsabilità: quando una squadra non vince il campionato e addirittura viene retrocessa l'allenatore viene mandato a casa. Ora Gionni, che è rimasto abbarbicato alla poltrona e ne ambisce una più remunerativa, affigge manifesti nei quali chiede un voto per la rinascita del territorio. Beh speriamo che il buon senso degli ascolani prevalga sulle logiche di potere, lo stesso buon senso che le sconfisse nelle primarie del Pd che scelsero Canzian a sindaco della città.
Oggi la delusione di tanti ascolani può essere annullata scegliendo nell'ambito del Partito democratico chi davvero è fuori dalle logiche di potere e pensa ad un Pd rinnovato che dia spazio alla vera democrazia: già, Antonio Canzian, può ancora incarnare quella voglia del Piceno di contare in Regione.