L'aria di cambiamento frantuma il puzzle

L'aria di cambiamento frantuma il puzzle

Pd, Ps e Idv sferzati dagli spifferi di primavera

mostrandolo macroscopicamente, è quello dell'aumento di temperatura, la  febbre.
Ci viene la febbre quando c'è in atto un assalto, un'infezione. E se il corpo umano è la politica con i suoi apparati di sempre, le sue logiche, le sue intoccabili gerarchie e le routine che da millenni preservano, ci sono due ipotesi:
o si trova l'antibiotico giusto dopo un appropriato antibiogramma (esame per valutare quale antibiotico è quello giusto per combattere il batterio) e la malattia si supera, oppure il corpo  viene sopraffatto dall'infezione e soccombe, imputridisce e va in sfacelo. L'analogia non ci pare iperbolica.
Due signori della politica, Agostini e Ciccanti, giocano a rimpiattino col loro puzzle da mettere insieme, destra, sinistra, centro poco importa, purché le routine restino quelle di sempre e i vantaggi pure … se sono solo personali meglio ancora. Beh questi signori non sanno molto di laboratorio d'analisi e non hanno saputo isolare il batterio, oppure la sua forma era così insolita che non hanno capito di trovarsi di fronte alla voglia di cambiamento che ha contagiato molti e il contagio sembra irrefrenabile, si sta diffondendo con velocità e attecchisce in profondità dove i cataplasmi della vecchia politica non hanno alcun effetto.
Contagia perfino quelli che erano sul treno dei registi del puzzle ...questi si disimpegnano con fair play, altri lo fanno altrettanto ma clamorosamente quando capiscono che nel puzzle mancano pezzi fondamentali e non si riuscirà mai a farne un quadro probabile.  Il contagio è talmente incontrollabile che genera un'attrazione non arginabile: più si era cercato di disgregare la coalizione di centrosinistra al Comune più quei partiti che contano si attraggono. E le pedine della disgregazione vanno in frantumi loro stesse per fare sembrare di essere immuni dagli ideatori del gioco. 
Le fasi: Sinistra Democratica parte per riunire tutta la sinistra e ora si trova da sola con un candidato sindaco (già coordinatore comunale che diventa sindaco, dei conflitti di interesse si parla solo per Berlusconi)  Emidio Catalucci (con l'ex senatore Gianni Ferrante in copertura) e l'unico tentativo che per poco non le riusciva era di frantumarla la sinistra.
Nel disegno, pedina onnipresente una DC senza più simbolo, collocata nel centrodestra al governo, che giustamente, non essendole riuscita l'impresa odissea (da Ulisse) del cavallo di Troia per disgregare la sinistra, se ne va tranquillamente con uno dei registi della agognata frattura della coalizione amalgamata con perseveranza da Antonio Canzian: Amedeo Ciccanti, che di sinistra ci pare abbia ben poco, che tenti giochi sinistri in politica invece non c'è dubbio.
E quando il puzzle comincia a far vedere le lacune nel disegno allora il Partito socialista deflagra e probabilmente ad essere spazzata via era la parte meno incline a cambiare metodo e interessi. Non mancano fuochi d'artificio anche nel Pd: a Monteprandone Orlando Ruggieri si auto sospende e rinuncia a candidarsi in Provincia.
Per tutta risposta e in fretta, quasi per non far accorgere che qualcosa sia accaduto lo rimpiazzano con Bruno Menzietti, sindaco uscente.
Nel Ps Tonino D'Isidoro diventa commissario e il Ps da stanotte appoggia Canzian sindaco, mentre Nino Capriotti, attuale vice presidente della Provincia, sarà con Massimo Rossi fino al traguardo del 7 giugno. E l'Italia dei Valori, il partito più in ebollizione della provincia, perde un altro pezzo: Andrea Quaglietti, sindacalista dell'Sdl che sostiene di essere stato isolato perché ha subito appoggiato Canzian.