sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla parificazione dell’età di pensionamento nel pubblico impiego, tra uomini e donne”. Tutto è nato alcuni mesi fa quando la Corte di Giustizia Europea aveva condannato l’Italia per la discriminazione esistente tra uomini e donne riguardo l’età del pensionamento 60 anni per le donne e 65 per gli uomini. Neppure era valso che l’avvocato dello Stato avesse argomentato che è facoltà delle donne continuare a lavorare fino a 65 come gli uomini. Tale parziale compensazione è stata rigettata dalla Corte.
Il testo ora inviato alla Commissione europea dal titolo “elevazione dell’età pensionabile per le dipendenti pubbliche”,dovrebbe essere inserito come emendamento al disegno di legge comunitario all’esame delle commissioni in Senato e prevede che :”a decorrere dal primo gennaio 2010 per le lavoratrici iscritte alle forme esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità,la vecchiaia, e i superstiti,il requisito di età per il conseguimento del trattamento pensionistico di vecchiaia e il requisito anagrafico sono incrementati di un anno”.
Il testo prosegue dicendo che:”tale età è ulteriormente incrementata di un anno a decorrere dal primo gennaio 2012, nonché di un ulteriore anno per ogni biennio successivo fino al raggiungimento dell’età di 65 anni. Restano ferme la disciplina vigente in materia di decorrenza del trattamento pensionistico e le disposizioni vigenti relative a specifici ordinamenti che prevedono requisiti anagrafici più elevati nonché le disposizioni di cui all’articolo 2 del decreto leg.vo 30 aprile 1997,n^165”.
Prevede inoltre l’articolo che:”le lavoratrici che abbiano maturato entro il 31 dicembre 2009 i requisiti di età ed anzianità contributiva previsti dalla normativa vigente, prima dell’entrata in vigore della presente disposizione ai fini del diritto all’accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia, conseguono il diritto alla prestazione pensionistica secondo la predetta normativa e possono chiedere all’ente di appartenenza la certificazione di tale diritto”.
La senatrice Bonfrisco del Pdl presenterà un emendamento che prevede una ampia delega al Governo “per mettere l’Italia al riparo da un processo di infrazione comunitaria” proprio in materia di equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne. Contraria a questa proposta la CGIL che per bocca della segretaria confederale Morena Piccinini,afferma:”è paradossale pensare ad un aumento dell’età pensionabile delle donne in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo”.