L'Orto degli ulivi e l'impatto col Pd

L'Orto degli ulivi e l'impatto col Pd

Prima che il gallo canti...uno di voi mi tradirà

Con l'intento della discrezione usiamo la metafora dei fatti senza voler elevare i personaggi di oggi a quelli storici. Ma è così palesemente aderente la storia, stavolta politica, ma lo era anche allora, che vi narriamo, che resta impossibile non trarne esempio.
Parafrasando, gli elementi si ritrovano in modo stupefacente. Le gerarchie del Pd ascolano attuano da tempo una persecuzione personale e non politica, visto che nulla hanno a contestare nei programmi, dell'attuale presidente della Provincia Massimo Rossi.
E' lui l'eretico che contrasta le grandi infrastrutture come l'arretramento dell'autostrada A14 e inopinatamente propende per progetti sostenibili per il paesaggio nella viabilità, come la Mezzina. Da combattere anche chi da Ancona, come Gian Mario Spacca, considera utile la sola terza corsia autostradale dato che di soldi ce ne sono pochi davvero per fare altro.
L'eretico Rossi è sotto la lente del Grande Inquisitore, l'on. Luciano “Darwin” Agostini e del suo alfiere Mauro Gionni. Massimo Rossi è reo di “moltiplicare” poli scientifici e tecnologici per sfamare le genti picene che stanno ad ascoltare le sue “parabole”.
E' reo di dividere i patrimoni e gli impiegati tra due famiglie. Le gerarchie de Pd lo spingono alla provocazione del Re Salomone (l'on. Luciano “Darwin” Agostini conoscerà di certo la storia) per la Provincia di Fermo.
Re Salomone, riconosciuto come il più saggio tra i saggi del suo tempo, era solito risolvere i problemi dei suoi sudditi durante udienze pubbliche. Una volta si presentarono a lui due donne che si contendevano un neonato. Ognuna delle due asseriva che fosse suo figlio. Re Salomone guardò le donne con sguardo deciso e disse che avrebbe giudicato con equidistanza. Sollevò allora la spada dicendo che avrebbe tagliato in due il piccolo, in parti uguali, cosicché le donne avrebbero avuto giustizia.
Fu allora che la vera madre del bimbo si sciolse in lacrime e disse a Re Salomone di fermarsi, avrebbe lasciato all'altra donna il bambino pur di salvargli la vita. Salomone seppe allora chi era la vera madre, una donna capace di privarsi del figlio pur di salvargli la vita...e glielo restituì. Nella divisione della Provincia di Ascoli il presidente Massimo Rossi ha sollevato, stremato da lunga e strumentale persecuzione, la “spada” del commissario ad acta.
I sindacati sono scesi allora in campo sulla ripartizione del personale e alcuni sindaci hanno sottoscritto un documento a favore dell'iter di divisione del patrimonio: il “figlio” è salvo. Ora quella divisione, certo non voluta da Massimo Rossi, ma a lui e alla sua giunta è toccata l'enorme responsabilità di rispettare la legge che l'ha istituita, può portare a termine quanto dettato da una legge dello Stato.
E torniamo allora all'Orto degli ulivi. L'unico elemento che ci sconcerta rispetto agli accadimenti di quel tempo è la proliferazione degli “apostoli” che possono interpretare la figura di Giuda. Allora la soffiata per far sapere ai soldati dove si ritrovasse “il Nazzareno” con gli apostoli, fu data solo da Giuda, ce ne era uno soltanto, dietro il compenso pattuito di 30 denari.
Su Giuda seguiremo la storia classica, lo specifichiamo poiché ci sono diverse interpretazioni storiche, come quella del “Vangelo secondo Giuda”, e non vorremo incorrere negli strali dell'on. Luciano “Darwin” Agostini che dall'alto della su cultura potrebbe offendersi per questa nostra angusta visione della storia. Oggi, tra alcuni “apostoli” in giunta (Maroni e Mandozzi convinti interpreti, e un Canzian condotto in scena a recitare col coltello dietro la schiena) e qualche consigliere provinciale, c'è imbarazzo nella scelta. Anzi per la verità abbiamo anche difficoltà a scegliere a chi far indossare i panni dell'apostolo “pescatore” Pietro e quelli di Giuda Iscariota.
Monetina: se esce testa Giuda lo fa Maroni o Mandozzi, se esce croce tocca a Lucio Ventura, capogruppo del Pd ascolano. La scelta però deve basarsi su elementi chiari: Pietro il pescatore era quello  del “prima che il gallo abbia cantato tre volte mi rinnegherai”, Giuda invece era quello del “uno di voi mi tradirà...quello che devi fare fallo presto”. Capirete non è semplice e la monetina ci pare il metodo più … democratico.
Oplà, è uscita croce: Giuda tocca a Lucio Ventura. Ha comunque il background giusto per entrare nel ruolo. Sul tema degli incentivi ai dipendenti della Provincia che dovranno trasferirsi a Fermo, Lucio Ventura si era detto pubblicamente favorevole e si era fatto portatore di un'interessante proposta nel ricercare risorse da indirizzare negli incentivi per sgravare il bilancio dell'ente. Poi la “giudata”. Le gerarchie del Pd gli avevano chiesto di infilzare il tallone di Achille? No, del presidente Rossi: proprio gli incentivi. Così Lucio “Giuda” Ventura è stato il più fiero avversario degli incentivi ai dipendenti in partenza per Fermo.
E i “30 denari” sono stati dati o promessi? Aiutateci a capire questo arcano. Start Plus o non Start Plus. Detta tra noi, la monetina ha scelto giusto. Pensate se avesse dovuto sostenere la parte di Pietro il Pescatore. Roba che Ventura, che è di Acquasanta Terme, avrebbe fatto buttare giù l'Abbazia camaldolese di Valledacqua per costruirci la sua “chiesa”. Allora per Emidio Mandozzi e Ubaldo Maroni vesti doppie ma da Pietro il Pescatore: non hanno certo atteso che il gallo cantasse tre volte per rinnegare il presidente Massimo Rossi e d'altro canto le loro due chiese le hanno già edificate a Spinetoli e Ripatransone.
Certo hanno la difficoltà di pescare anime, pensano di più ai voti, solo che alla fine si ritroveranno con reti dalle maglie troppo larghe e molti “pesci” spariranno dalla rete. Per vestire i panni della “Maddalena” attendiamo i consigli tramite email ( redazione@picusonline.it  )dei lettori; noi un'idea ce l'abbiamo già ma vorremmo maggiori certezze. Intanto sull'Orto degli ulivi è caduta una copia apocrifa del “vangelo” secondo il Sole 24 Ore. Secondo questa nuova fonte storica, nonostante la persecuzione dei “grandi sacerdoti” del Pd, il presidente della Provincia Massimo Rossi è come la Scavolini: il più amato tra i piceni.