Benedetto XVI e “La notte dei Cristalli”

Benedetto XVI e “La notte dei Cristalli”

“Provo ancora oggi dolore per quanto accadde quella notte” ha detto Sua Santità riferendosi a quella che è definita come “La notte dei cristalli”.
L’origine della definizione Reicskristallnacht – notte dei cristalli – indica che tra il 9 ed il 10 novembre 1938 in tutta la Germania si verificarono assalti, atti di violenza distruzioni condotte dai nazisti contro gli ebrei. Vennero incendiate 267 sinagoghe, devastati oltre 7000 negozi 91 persone furono uccise, 30 mila ebrei deportati nei campi di concentramento di Buchenwald, Dachau e Sachsenhausen. Solo nel campo di Dachau in 15 giorni vennero internati oltre 12 mila ebrei, molti furono liberati nei mesi successivi  ma solo dopo essere stati privati di tutti i loro beni. Oltre 700  morirono però nel campo.  Ma quale fu la causa scatenante di tanta barbarie?
Il 7 novembre del 1938 nell’ambasciata tedesca di Parigi il diplomatico tedesco Eduard vom Rath fu gravemente ferito da un diciassettenne di origine ebraica. Il movente, comunemente accettato, fu che i genitori del ragazzo erano stati esiliati forzatamente dalla Germania in Polonia e che vom Rath, secondo la propaganda nazista, era stato scelto casualmente per la vendetta.
Uno storico tedesco, 60 anni dopo ha però avanzato l’ipotesi che il diciassettenne avesse avuto una relazione omosessuale con  vom Rath  e che quindi l’omicidio fosse avvenuto solo per motivi passionali. Il 9 novembre il ministro della Propaganda tedesca Joseph Goebbels tenne un discorso molto acceso nel quale incolpava gli ebrei della morte di vom Rath. I comandanti delle SS interpretarono il discorso come un invito alla vendetta. Le squadracce entrarono in azione bruciando e distruggendo case, negozi, sinagoghe. In questa circostanza la polizia ricevette l’ordine di non intervenire ed anzi un agente che aveva impedito che il fuoco distruggesse la Nuova Sinagoga di Berlino fu severamente punito. Nessuno tra i vandali, incendiari ed assassini venne processato. La risonanza all’estero di questi fatti fu enorme e gli Stati Uniti richiamarono l’ambasciatore, mentre da parte della popolazione tedesca non ci fu alcuna partecipazione ai fatti anche se la propaganda nazionalsocialista parlò all’epoca di “sollevazione spontanea contro gli ebrei”.

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