La classe dirigente del PD non rappresenta tutto l'elettorato

La classe dirigente del PD non rappresenta tutto l'elettorato

garantire le proprie aspettative e con questo mettendo a rischio le stesse possibilità di successo del PD, solo per garantirsi la continuità sia alla guida del Partito che negli scranni istituzionali, anche all’opposizione.
In questo preciso scenario, ad orologeria vengono fatte rilasciare dichiarazioni mirate a realizzare questo disegno, i personaggi che si susseguono con interventi, come nelle commedie Pirandelliane, sono alla ricerca di visibilità e recitano un ruolo nella speranza di essere poi ripagati dal burattinaio di turno con indicazioni a candidati Sindaco nel comune di Ascoli, oppure a presidente della provincia di Ascoli Piceno ed addirittura chi guarda leggermente avanti e spera di poter ottenere un posizionamento di vantaggio per la corsa a Consigliere regionale che si svolgerà nel 2010.
Ma in tutto questo la politica quella vera, delle idee, delle speranze, degli ideali, delle proposte concrete che siano in grado di dare slancio ad un'economia locale in forte difficoltà, che fine ha fatto?
Sembra di vedere una competizione il cui unico fine è lo scranno di Sindaco, il seggio di Consigliere Regionale, la Presidenza di Provincia o quello di Parlamentare, una gara giocata per ottenere il premio economico dell’appannaggio, che spesso è molto gratificante.
Quindi la corsa diventa fatta di menzogne, di inganni, falsità dove i migliori sono sempre i peggiori; spesso si avvalgono delle debolezze e delle difficoltà dei cittadini che sperando di risolvere i loro problemi, sono pronti a credere a tutto quello che gli viene proposto e sono quindi strumenti di questi disegni che non fanno altro di peggiorare le condizioni socio economiche della nostra comunità, avallando una classe politica squalificata. Infatti in questi casi i migliori alla fine preferiscono restare fuori dalla politica e realizzarsi in altri campi evitando quindi di essere inondati da squallidi confronti.
Non mi esprimo in merito ai singoli nomi entrati sul campo, ma la mia vuole essere una forte critica a questa classe dirigente del PD, che pensa di rappresentare tutto l’elettorato del nostro partito dimenticando che è stata selezionata con un’espressione di voto nelle primarie, dove gli attuali dirigenti non erano l’espressione nemmeno della maggioranza dei soci fondatori che si sono espressi.
Ma le elezioni non si vincono da soli o cannibalizzando quelli che fino a ieri erano i nostri compagni di strada. Le battaglie si vincono assumendo responsabilità, discutendo con i nostri alleati, ponendo a loro anche le questioni dove pensiamo abbiano sbagliato confrontandosi su questioni oggettive, ricostruendo un nuovo percorso per ritornare al governo (vedi il comune di Ascoli Piceno) o riconfermarsi al governo della Provincia. Non possiamo rinunciare a nessun contributo per raggiungere questi obiettivi se non si vuole seguire l’esempio delle elezioni nazionali.
La nostra associazione formata da iscritti al PD, ma anche da non iscritti che vogliono ancora credere nelle capacità di aggregare tutta la sinistra che vuole essere forza di governo, con numerose espressioni del Sindacato, degli ambientalisti e di tanti personaggi dell’economia e del mondo accademico deve partire dalle esperienze passate, dell’Ulivo e dell’Unione, senza rinunciare a niente e nessuno, allargando a nuove alleanze per permettere una forte azione di governo basata su maggioranze più salde, e coese, mancate nelle precedenti esperienze».