Un presidio riuscito

Un presidio riuscito

Martedì 20 maggio, a piazza Simonetti, non c’era nessuno. O meglio, il numero dei presenti faceva avanzare le dita di una mano. Onore ai presenti, ma soprattutto complimenti agli assenti: per costoro il presidio è riuscito. L’assenza in massa, direi scientificamente impostata, della “Sinistra” ha svelato la miseria locale (in sintonia con i dati e le situazioni nazionali, ma questo non allevia di certo il dramma che viviamo localmente) dei partiti o pseudo-partiti che si ispirano alle idee di equità, giustizia sociale, dei diritti dei migranti, della difesa delle differenze, dell’opposizione alla guerra, della tutela della Costituzione repubblicana, del diritto al lavoro e delle pensioni, della difesa dei salari, dell’ecologismo, del femminismo, del socialismo o del comunismo.
Il vuoto di piazza Simonetti è stato pieno di consapevolezza della pigrizia politica, dell’inettitudine, del menefreghismo, della paura, dei militanti e dei dirigenti della cosiddetta “Sinistra”.
Intanto i giorni passano e la condizione sociale del paese si radicalizza all’insegna della soppressione delle diversità e dell’omologazione nel clima securitario e garantista costruito dal governo e sostenuto, direttamente e indirettamente (nel silenzio) dalle sinistre.
Scrive Gabriele Polo nell’editoriale de “Il Manifesto” del 21 maggio 2008: “La violenza diventa un problema politico solo se c’è uno straniero a cui farla pagare. Se riguarda uno di noi è solo devianza criminale: la comunità è salva (e può sempre perdonare i figli reietti), la politica può continuare a guardare il dito e non la luna, la forza rimarrà al governo delle relazioni umane. Nel legittimo esercizio delle sue funzioni”. Leggono, oggi, molti militanti, esponenti, dirigenti, della “Sinistra”, e annuiscono, e magari piangono. Intanto tengono ben ferme le natiche, spazialmente e programmaticamente, perché l’avvenire deve ancora avvenire. Preparano il Congresso, in vista del quale non ha molto senso un presidio a piazza Simonetti ad Ascoli come in qualche altra parte di questo paese. Tutte iniziative perfettamente riuscite: il vuoto si riempie dell’incapacità sociale e politica di gestire e di opporsi alla dilagante imbecillità. Piuttosto, che la si alimenti nell’assenza; piuttosto, che la si indirizzi non appena il nuovo giro di valzer di mozioni e di dirigenze avrà stabilito i nuovi limiti dello sdegno e della protesta.
A breve (luglio) si svolgerà il Congresso di Rifondazione Comunista. Battaglia dura si annuncia, tra quelli che si sono ricordati che il mondo va cambiato e quelli che, incassando, dovranno attutire nei margini il colossale “progetto” politico al quale hanno fino a ieri prestato assoluta fedeltà: quello della sinistra al governo che si estingue in Parlamento. Cosa si diranno mai? Leggeteli pure tutti, con forzata pazienza, i documenti congressuali, e pensate al vuoto-pieno di piazza Simonetti.
Nella certezza che anche il Congresso riuscirà. Perfettamente.

Massimo Martelli
ex segretario Prc Ascoli Piceno
ex tesserato Prc