Riforma costituzionale e legge elettorale con primarie aperte per la selezione dei candidati
Il retaggio di una storia che ha visto il territorio italiano frammentato in tanti stati, e che divenne unitario solo con la forza delle armi rimanendo diviso culturalmente e politicamente, ancora ci perseguita. La riforma dello stato centralista con l’istituzione delle regioni, e in seguito con l’attribuzione a queste di poteri maggiori, avente l’obiettivo di costituire un’entità statale federalista ha aumentato il peso di potentati locali, che a volte dimenticando l’interesse Nazionale, perseguono solo interessi locali e di parte (non sono contro il federalismo ma per un federalismo autentico). Ma vi è un altro inquietante aspetto. Paradossalmente l’operazione che doveva avvicinare le istituzioni ai cittadini e facilitarne il rapporto ha regionalizzato le prime, enfatizzandone l’assetto burocratico e rendendole più potenti, e reso i secondi, cioè noi tutti, vittime di un nuovo centralismo regionale. Questa è la percezione che molte persone comuni hanno del come sono amministrate. Può essere che questa valutazione non corrisponda alla realtà. Ma reali sono le molte inefficienze nei servizi erogati ai cittadini che giornalmente sono denunciate, eccessivi ritenuti i costi e troppi gli interventi della magistratura penale. A questo punto non rimane che rendere più forte lo Stato attraverso una riforma che sveltisce e semplifichi i processi decisionali, rendendo quindi maggiormente efficaci gli atti del governo ed i suoi poteri di controllo. Una riforma costituzionale è necessaria, non solo per rafforzare l’unità nazionale, ma anche per affrontare le nuove sfide competitive che l’Italia deve affrontare in Europa e nel Mondo. Non possiamo perdere tempo. Il mondo politico discute su un Parlamento monocamerale, un Senato delle regioni, ed un Presidente del Consiglio con maggiori poteri. Ma occorre che ci s’interroghi anche su quale risposta dare ai cittadini, che richiedono oramai a gran voce di essere ascoltati sui problemi della loro vita quotidiana, e che per questo vogliono partecipare alle decisioni che li coinvolgono. Cosa fare? In primis scegliere i propri rappresentanti, e ciò può avvenire soltanto attraverso lo strumento delle “primarie aperte”, cancellando quell’attentato alla libertà dell’attuale legge elettorale che consente a pochi oligarchi, se vogliono, di indicare come candidati il meglio per loro, ma non per noi. Qualcuno disse che le costituzioni sono quelle che ne fanno gli uomini. Difatti le migliori carte costituzionali e il più efficiente ordinamento rischiano di essere vanificate se ne viene fatto un uso improprio. Le donne, i giovani e gli uomini onesti fanno sempre la differenza: chiediamo di sceglierli. Se vogliamo aiutare il paese, occorre chiedere con forza il cambiamento: riforma costituzionale e legge elettorale (con primarie per la selezione dei candidati da parte degli elettori) sono riforme decisive. Ho detto che viviamo in una sorta di medioevo moderno, sarebbe bene non perpetuarlo nel futuro.