Dovremmo tutti ripassare la tragica storia dell'umanità
Però quando la democrazia scricchiola è bene rammentare a tutti che cosa può succedere in sua assenza, oggi l'Italia attraversa una pericolosa fase d'incertezza che sembra sfuggire ai più. Le tragedie umane sono sempre prodotte da tragedie politiche, le quali a loro volta sono scatenate da classi dirigenti miopi e insolenti. In questi giorni, nel ricordare la giornata della memoria, dobbiamo prendere atto che l'etica della responsabilità di Weberiana memoria è totalmente assente dalla testa della nostra classe dirigente; ed è proprio questa mancanza d’autosanzionamento etico che portò al crollo della repubblica di Weimar, tutt'altro che solida e coesa come pure fu il caso dei nostri liberali prima dell'avvento del fascismo in Italia. Non si tratta di fare paragoni antistorici con il nostro tempo, si tratta solo di capire che l'abisso si costruisce giorno dopo giorno, si alimenta delle nostre ipocrisie ora dopo ora, germina il buco nero dei diritti umani mese dopo mese e prima di cadere nel vuoto tutto sembra regolare e perfettamente recuperabile, questo mi preoccupa. Il sentimento antisemita sta rimontando in Europa e non solo, si sta rinutrendo della nostra mancanza di responsabilità politica e quindi civico-sociale, sta lentamente riconquistando legittimità politica e d’opinione, questo è il termometro che non dobbiamo ignorare. La crisi italiana della politica fa parte di questo contesto di deriva generalizzata e quindi chiedere tempo per salvare il sistema mi pare ipocrita. Il centrosinistra ha fallito strutturalmente, bene ha fatto Prodi a fare il passaggio terminale al Senato, ora però basta, chi deve pagare paghi, non chieda a nessuno di prolungare l'agonia di una classe dirigente che ci sta affogando nella melma parassitaria che già Gobetti fissava nei suoi scritti a inizio novecento. Siamo stufi di veder salvare le teste di chi ha fallito, se non è possibile un governo istituzionale (lo prevede la Costituzione), si vada al voto e che la distruzione di parecchie poltrone del centrosinistra sia l'inizio del principio di Schumpeter, l'economista austriaco, secondo il quale la morte delle aziende fallimentari ne genera di più pronte e al passo con i tempi. Distruzione creativa, appunto.