che aveva per oggetto la modifica delle convenzioni stipulate con i Parcheggi Azzurri per Ascoli s.c. a r.l. per la gestione dei parcheggi comunali.
Di conseguenza i giudici del tribunale amministrativo hanno annullato anche la delibera di giunta comunale n. 130 del 17 giugno 2006 (oggetto: atto ricognitivo dei rapporti finanziari tra lo stesso Comune di Ascoli e la Parcheggi Azzurri) attuativa della precedente delibera di Consiglio n. 39, e «la delibera di giunta comunale n. 162 del 10 luglio 2002 nel punto in cui si affida alla Parcheggi Azzurri per Ascoli la gestione dei parcheggi di superficie a pagamento in eccedenza ai parcheggi di superficie a pagamento esistenti alla data delle convenzioni stipulate il 28 febbraio 1996 e il 29 dicembre 1996».
Il Tar ha condannato il Comune di Ascoli, Saba Italia Spa e la Parcheggi Azzurri al pagamento della somma di 1000 euro per ognuno, per complessivi 3 mila euro, a favore della ricorrente “Coop. Angelo Boni a r. l..
L'avvocato Giuseppe Falciani aveva presentato ricorso al Tar per conto della “Angelo Boni” a settembre del 2002. Ieri il risultato clamoroso che mette in serio pericolo i conti dell'amministrazione comunale che, probabilmente, impugnerà la sentenza di Ancona al Consiglio di Stato. «Dal punto di vista professionale – dice l'avvocato Falciani – non posso dirmi che soddisfatto di questa decisione che attesta la giustezza delle richieste fatte dalla “Cooperativa Angelo Boni” e non comprendo come possa il Comune essere incorso in errore così evidente rappresentato dalla procedura adottata. Non ho altri commenti, resto in attesa delle motivazioni della sentenza». A questo punto che accade? Torna in vigore la vecchia convenzione? Parrebbe proprio di si. Allora il numero dei parcheggi a raso a pagamento torna a 400, non più i 2 mila attuali. Ma quali sono questi 400 posti a pagamento visto che Ascoli è ormai tutta azzurra? Stesso discorso per la tariffa che con la convenzione Saba per 35 anni era stata aumentata. Ciliegina sulla torta le multe da sforamento dei tempi di sosta. Non esisteva quella possibilità nella vecchia convenzione e neppure che ad elevarle fossero i vigilantes del concessionario.
La sentenza del Tar Marche è retroattiva, ragion per cui chi ha pagato una multa da sforamento e non se la sia fatta annullare dal giudice di pace può chiederne il rimborso. Ma c'è una prospettiva ancora più onerosa per le casse comunali: la “Cooperativa Angelo Boni” potrebbe chiedere fior di danni al Comune poiché era il soggetto che gestiva in precedenza i parcheggi a raso e per 5 anni gli è stata tolta la possibilità di guadagnare senza che per la sua gestione avesse avuto alcuna contestazione. Ora occorrerà vedere nelle motivazioni del Tar se il Comune era tenuto a indire una gara d'appalto di tenore europeo.
Forse gli ascolani si sono scrollati di dosso una tassa indiretta e costosissima come le tariffe dei parcheggi. Un’indagine nazionale fatta da “Confcommercio” in collaborazione con “Aipark”, mette Ascoli al terzo posto tra le città più care del centro Italia per il costo orario del parcheggio: 1 euro e 35 centesimi per la prima ora.
Ai primi posti Massa e Arezzo con 2 euro, secondo posto per Perugia con 1 euro e 60 centesimi. Teramo, che figura tra le città a costo orario più basso, ha una tariffa dimezzata rispetto alla nostra città: 0,70 centesimi.
E per i parcheggi a raso abbiamo il primato assoluto nelle Marche. Macerata e Pesaro, infatti, fanno pagare 1 euro l’ora.
Ma non è finita. Quello che ci sembra un vero e proprio sopruso ai danni degli utenti viene “legalizzato” dal Comune che dovrebbe invece garantire i propri cittadini.
La convenzione con il concessionario privato “Saba Italia Spa”, approvata dalla maggioranza del consiglio comunale, consente alla società di stabilire il prezzo minimo per la sosta. Si tratta di 45 centesimi.
Questo significa che se ognuno di noi, ad esempio, si fermasse all’ufficio postale per ritirare una raccomandata e impiegasse solo 5 minuti, dovrebbe in ogni caso pagare quei 45 centesimi, quasi mille lire di qualche anno fa. Un’ingiustizia palese.
Ognuno dovrebbe pagare per il costo effettivo di permanenza nel parcheggio.
Questo sistema è la manna dal cielo per la “Saba Italia Spa”.
Che significa manna dal cielo? La Saba Italia Spa ad Ascoli con la convenzione valida per 35 anni ottenuta dal Comune ha portato a casa un bell’affare. E prima di mostrarvene una fotografia con particolari nitidi ci soffermiamo sulle stravaganze delle tariffe dei parcheggi a raso. Come dicevamo prima se parcheggiate solo per 5 minuti siete comunque obbligati dalle diaboliche macchinette dei ticket a infilarci dentro 45 centesimi, la somma minima imposta. Pagate cioè per 20 minuti di sosta e per i vostri 5 minuti invece ne avreste dovuto pagare 11,25 centesimi. Vi hanno “rubato” 33,75 centesimi. E questo sarebbe poco. Se voi, dunque, dopo quei 5 minuti che vi occorrevano riprendete l’auto e ve ne andate lascerete il posto ad un altro automobilista. Per il colmo, se quest’ultimo avesse necessità anche lui di fermarsi solo 5 minuti per acquistare un chilo di pane dal genere alimentari, sarà comunque costretto a pagare 45 centesimi. Con questa secondo automobilista la Saba Italia Spa ha dunque incassato 90 centesimi.
La somma effettivamente dovuta per 10 minuti di parcheggio dei due utenti da 5 minuti doveva essere di 22,50 centesimi. Per assurdo quel posto potrebbe essere utilizzato da 10 utenti che hanno bisogno di sostare solo 5 minuti. Costoro sarebbero costretti a sborsare complessivamente la somma minima di 4 euro e 50 centesimi, dovendone invece effettivamente 1 euro e 12, 5 centesimi. Vi rendete conto di quale meccanismo infernale, per non dire altro, è stato legalizzato grazie al Comune di Ascoli? Così mentre gli operatori telefonici pubblicizzano i costi per secondi di chiamata, la Saba Italia Spa utilizza certi sistemi.
Troppo semplice far pagare l’effettivo tempo di sosta mettendo sul mercato card elettroniche prepagate. Vorrebbe dire addio a tanta manna dal cielo che riempie le casse della società. Che dire poi del fatto che se arrivate al parcheggio e disgrazia per voi non avete spicci da inserire nei famigerati parcometri dovete fare giri per cambiare etc. Di cambia soldi neppure a pensarci, così pure a ticket grattabili come accadono in tante altre parti d’Italia, magari da acquistare in tabaccheria, in edicola o altro. No il cittadino deve subire il regime: o così o multa. Intanto proprio sulle multe da sforamento dal Comune non si sa alcuna nuova e il giudice di pace continua ad annullarne a migliaia.