I nodi dell’Iva e della liquidità come misure di sostegno per le aziende danneggiate dalla crisi internazionale.
“La crisi internazionale in corso in Ucraina e
Russia crea sicuramente un problema energetico, dal punto di vista
economico, e di costo dei materiali, ma, entrando nello specifico della
nostra economia regionale, crea un problema anche
di mercato, perché nelle Marche abbiamo gran parte della nostra
capacità produttiva manifatturiera, legata al calzaturiero in
particolare, proiettata su questi mercati e su quei territori. Si pone,
pertanto, fortemente il problema della liquidità per le nostre
imprese, già sicuramente fiaccate dalle crisi degli ultimi anni e dalla
pandemia”.
È quanto ha affermato il presidente Francesco Acquaroli, al
Micam 2022. Insieme all’assessore al Bilancio Guido Castelli ha
partecipato al talk “La filiera della moda tra emergenza
finanziaria e nuovi mercati”, promossa dalla Camera di commercio delle
Marche. Il presidente Acquaroli ha condiviso con il presidente camerale Gino Sabatini la priorità di garantire “credito alle aziende con commesse
aperte sui mercati sconvolti dalla guerra”.
La questioni principale, da affrontare subito, “è quella della
liquidità, per non creare problemi strutturali alle aziende esposte. Ma
non può sicuramente bastare quanto potrà fare la Regione, perché avrà
comunque una limitata capacità d’intervento finanziario.
Noi ci aspettiamo dal Governo centrale un forte sostegno alle imprese,
che non possono più basare la propria attività sull’indebitamento,
perché già soffrivano per questo problema a causa delle esposizioni
creditizie e bancarie determinate dall’emergenza Covid-19”.
Commentando alcune considerazioni del viceministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin, relatore al talk, che aveva evidenziato l’opportunità di intervenire prioritariamente, come misura di sostegno produttivo, sul contenimento dell’inflazione, piuttosto che sulla riduzione dell’Iva, Acquaroli ha auspicato che il taglio dell’imposta “non venga esclusa a priori, perché è una delle soluzioni che, nell’immediato, può assicurare una boccata d’ossigeno agli imprenditori”.
Il tema della competitività dei prezzi è stato affrontato, poi, dall’assessore Castelli: “Nelle Marche registriamo la maggiore concentrazione di calzaturifici nel mondo. Rispetto a regioni confinanti, noi non godiamo della riduzione della contribuzione del 30% sul costo del lavoro. In realtà noi siamo Sud, nel senso che, nella codifica europea, la regione Marche è scivolata in transizione per effetto delle precedenti crisi. Ma questa retrocessione sarà codificata a metà aprile, e ancora noi non beneficiamo neanche di quello che non sarebbe un privilegio, ma semplicemente un diritto. L’importante è che non ci siano costi maggiorati, indotti e strumentali, che interferiscano sulla competitività dei prezzi della nostra calzatura anche in Italia”.