L'incontro è fissato allinterno della tredicesima edizione della Fiera del SS.Crocifisso"
L’incontro si collega direttamente alla giornata di studio a Biella a cui la Provincia di Ascoli Piceno ha partecipato nell’ambito di un progetto nazionale di valorizzazione delle lane italiane. Il dibattito “Le lane ovine, un patrimonio da utilizzare” è fissato all’interno della tredicesima edizione della “Fiera del SS.Crocifisso” la rassegna agricola in programma a Castel di Lama dal 31 agosto al 2 settembre organizzata come un vero e proprio contenitore culturale, fieristico e gastronomico. Verrà colta l’opportunità della presenza degli allevatori per discutere delle possibili soluzioni allo scarso utilizzo della lana ovina, una materia prima rinnovabile e riciclabile che vanta diversi utilizzi alternativi. Si pensi, ad esempio, a produzioni tessili di nicchia capaci di esaltare le eccellenze territoriali o al campo della bioedilizia in cui fibre come la lana migliorano l’efficienza energetica e l’isolamento acustico dei materiali. Proprio per approfondire questo argomento e ascoltare testimonianze di aziende all’avanguardia nella valorizzazione, recupero e utilizzo alternativo di questo materiale, parteciperanno al dibattito Giorgio D’Agostino che relazionerà sul recupero lane d’Italia alla luce dell’esperienza svizzera, Fabio Peluffo che riporterà l’esperienza biellese nel commercio delle lane d’Italia e Alessandro Martini dell’azienda Isolana di Prato che produce materiale isolante con il 100% di lana naturale. Saranno anche presenti imprenditori locali del settore edile per vagliare una possibile apertura di un nuovo segmento di mercato che utilizzi materie prime naturali e non artificiali. «Si tratta di un argomento di grande attualità e che potrebbe coinvolgere molti allevatori, diventando magari un progetto speciale della Provincia da portare avanti in collaborazione con l’Associazione Allevatori – ha commentato l’assessore all’Agricoltura Avelio Marini – Con un adeguato percorso di recupero, si potrebbero sfruttare le risorse fino in fondo e agevolare i lavoratori del comparto ovino che producono un surplus. Il progetto potrebbe acquisire inoltre una grande valenza ambientale e territoriale attraverso la valorizzazione delle lane prodotte dalle pecore autoctone come la ‘sopravvissana’, una razza nata dall’incrocio tra arieti spagnoli di razza Merinos e pecore Vissane la cui caratteristica è una lana finissima adatta a tessiture artistiche».