Fermo pesca, la solita inutilità

Fermo pesca, la solita inutilità

L'associazione è al lavoro per scongiurare un caso analogo nel 2008

IL DIRETTORE CONFCOMMERCIO GIORGIO FIORIe quindi la provincia di Ascoli Piceno. Dal 9 Settembre prossimo, il fermo, come previsto, riguarderà il compartimento da Brindisi ad Imperia ma solo per 12 giorni. «Purtroppo – sottolinea il direttore Confcommercio Giorgio Fiori – nonostante la corte Costituzionale avesse ribadito che su pesca e acquacultura la competenza esclusiva era delle Regioni, anche quest’anno il Fermo Pesca è stato tutto deciso dal Ministero ed ancora una volta in pieno periodo estivo. Con l’ennesima interruzione della pesca da Trieste a Termoli, nel clou della stagione turistica - stigmatizza Fiori -  sono stati di nuovo penalizzati i commercianti di pesce ed i ristoratori specializzati e purtroppo a nulla è valso l’appello lanciato dalla Confcommercio, sin dai primi di Giugno, all’assessore Regionale Petrini anche se sul provvedimento poi adottato dal Ministero, la Regione Marche non ha potuto fare molto e si è addirittura anche astenuta. Anche quest’anno dunque – aggiunge Fiori – si è ripetuto il rito di sempre del compromesso politico, senza tenere conto dei legittimi interessi degli operatori turistici e commerciali. Nonostante tutto - sottolinea Fiori - il pesce fresco non è mai mancato, neanche per un giorno, nei ristoranti specializzati del piceno e senza alcuna impennata dei prezzi, sebbene i ristoratori abbiano dovuto ammortizzare un consequenziale realistico calo della domanda a causa della ingenerata convinzione comune, non certo veritiera, che durante il fermo si trova poco fresco, si può degustare per lo più solo pesce congelato o d’importazione e che comunque il conto è molto più salato. Il danno d’immagine generale e conseguentemente economico c’è comunque stato ed ha creato ripercussioni negative anche all’attrattiva turistica della Riviera Picena, legata alla qualità dell’enogastronomia che è ormai un cavallo di battaglia anche della nostra Provincia. Non va in fine dimenticato – ribadisce Fiori – che è ormai adeguatamente comprovato che il fermo di agosto non serve a molto, poiché il periodo estivo non coincide con quello di maggiore concentrazione delle forme ittiche giovanili e che lo stesso per essere veramente utile dovrebbe svolgersi in tarda primavera ed all’inizio dell’autunno, ovvero prevedendo semmai un fermo per fasce, dividendo le zone costiere, via via da quelle più lontane, con inibizione alternata della pesca in relazione al tipo di riproduzione da tutelare. E’ evidente che alla luce di quanto verificatosi ancora quest’anno, la  Confcommercio riprenderà subito, sin dai prossimi giorni, la  battaglia per scongiurare il ripetersi di un provvedimento analogo per il 2008 che, più che biologico, può essere definito solo fermo politico con l’auspicio che la Regione riesca veramente a gestire il provvedimento e non a subirlo».