Il Distretto di qualità, così come ipotizzato, è ricompreso in 21 comuni
Una formula – anche legislativa – per finanziare e sostenere i sistemi produttivi locali nei settori dell’ agricoltura, dell’ agroalimentare e della pesca, valorizzando le produzioni tipiche e locali, quelle certificate e le eccellenze industriali.
La Provincia di Teramo, che vanta una significativa presenza di addetti e aziende in questi settori – quello della pesca rappresenta l’80% del totale regionale - si è candidata alla costituzione di un Distretto di Qualità e questa mattina ha presentato il progetto durante una conferenza stampa. «Sarebbe il primo distretto dell’agrolimentare in Abruzzo – afferma il presidente Ernino D’Agostino – uno strumento moderno a sostegno delle piccole produzioni locali e tipiche come delle aziende di trasformazione, con la definizione e l’organizzazione di filiere in relazione fra loro. Tutto questo costruirebbe una forte e nuova identità territoriale ad un polo produttivo già vivo e vivace». Il progetto è stato “lanciato” nell’autunno scorso e, ora, dopo una prima fase di studio e analisi del territorio, sono state presentate le linee guida alla cabina di regia appositamente costituita e composta da associazioni di categoria, sindacati, organismi di ricerca , comuni. Dalla proposta di perimetrazione, all’individuazione delle filiere, ad un ventaglio di ipotesi per la formula gestione; l’ipotesi progettuale è stata elaborata da un gruppo di lavoro del quale fanno parte anche l’Università di Teramo e l’Istituto Zooprofilattico “Caporale”. Gli interessati hanno trenta giorni di tempo per presentare le osservazioni. Dopo questa fase di consultazione – la documentazione è disponibile anche sul sito dell’ente - la proposta di istituzione dovrà essere approvata dal Consiglio Provinciale e inviata alla Regione per essere ratificata e, quindi, procedere alla successiva istituzione. L’assessore regionale all’agricoltura, Marco Verticelli, impossibilitato a partecipare alla conferenza stampa per la concomitanza con la seduta del Consiglio Regionale, ha assicurato il sostegno della Regione, l’ente che dovrà legiferare sull’istituzione del Distretto. Il Distretto di qualità, così come ipotizzato, è ricompreso in 21 Comuni – Alba Adriatica, Ancarano, Bellante, Castellalto, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Giulianova, Martinsicuro, Morro D’Oro, Mosciano sant’Angelo, Nereto, Notaresco, Pineto, Roseto, Sant’Egidio, Sant’Omero, Silvi, Teramo, Torano, Tortoreto -. In questa area si concentrano l’81,68% delle aziende di trasformazione e distribuzione e l’83% degli occupati. Qui sono presenti, inoltre, i centri di ricerca e formazione: l’Università – con le sue sedi di Veterinaria e Agraria – l’Istituto Zooprofilattico. All’interno del Distretto sono state individuate 5 filiere: quella vitivinicola, quella oli-olearia, quella zootecnica, quella ittica e quella ortofrutticola. L’obiettivo è quello di raggiungere e rendere riconoscibile sui mercati una “eccellenza produttiva” fortemente collegata ad un territorio, quello teramano. Un obiettivo che si vuole raggiungere: integrando la filiera rurale con quella agroalimentare: stimolando la collaborazione fra le grandi aziende di trasfomazione - che possono realizzare linee di nicchia usando il prodotto locale - e i piccoli produttori; sostenendo l’agricoltura di qualità con i sistemi di certificazione; realizzando, anche grazie all’Università e allo Zooprofilattico, un sistema di formazione continua degli addetti; contrattando spazi e condizioni per i prodotti del Distretto con la grande distribuzione. Il Distretto dovrà darsi una forma giuridica. Tre le proposte allo studio: quella di una società di capitali, quella di unconsorzio, quella dell’associazione di scopo. Il distretto di qualità coinciderà in buona parte, secondo l’ipotesi formulata dalla Provincia, con una delle aree Gal – le aree dove insistono i finanziamenti europei Leader Plus – che passerebbero da una a tre secondo una precisa scelta dell’Assessorato regionale all’Agricoltura. Secondo la proposta della Regione i Gal – Gruppi di azione locale gestiti in forma consortile con la partecipazione del pubblico e del privato – verrebbero tematizzati secondo vocazioni e caratteristiche del territorio. Quello coincidente con l’area del Distretto si occuperebbe di qualità e innovazione; quello coincidente con il territorio del Parco di turismo verde; il terzo – area Fino-Atri – si occuperebbe di turimo culturale e valorizzazione delle tipicità. In provincia di Teramo esiste da anni un settore agro-alimentare particolarmente significativo sia per numero di addetti che per dimensione e qualità delle aziende. Le imprese agricole registrate sono circa 7000 e rappresentano il 20% del totale con 5400 addetti e un fatturato di 162 milioni di euro; oltre 4 mila sono gli occupati dell’industria alimentare con 290 milioni di euro. 215 sono le imprese della pesca, con 280 imbarcazioni e 4 mila occupati. Un fatturato di 26 milioni di euro.