Lavoro nero, la Provincia al seminario di Bari

Lavoro nero, la Provincia al seminario di Bari

In Italia, come nel Piceno, gran parte delle irregolarità si registrano nel settore edilizio

L'assessore Emidio Mandozzi ha portato l’esperienza del costituendo osservatorio sul lavoro nero che il mese scorso la Provincia di Ascoli Piceno ha istituito con le Organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL attraverso un monitoraggio dei dati dei Centri per l’Impiego di Ascoli Piceno, San Benedetto e Fermo.
In Italia, come nel Piceno, gran parte del lavoro nero si registra nel settore edilizio: dal 12 agosto 2006, data di entrata in vigore della legge sul lavoro nero, il Ministero ha ispezionato circa 15.000 cantieri in Italia all’interno dei quali sono stati trovati circa il 56% di irregolarità. Sono stati adottati quasi 1.000 provvedimenti di sospensione, di cui 368 revocati per avvenuta regolarizzazione e messa a norma dell’impresa.
Dal seminario di Bari è arrivata la notizia che il Governo ha istituito una cabina di regia nazionale di coordinamento che ha il compito di predisporre azioni di prevenzione del fenomeno attraverso la promozione del lavoro regolare e il sostegno all’emersione. Azioni che saranno decentrate sul territorio, anche a livello provinciale, e infatti la provincia di Ascoli Piceno sta già lavorando a questo obiettivo insieme alle organizzazioni sindacali con l’istituzione dell’osservatorio sul lavoro nero.
Intervenendo a Bari, l’assessore Mandozzi ha ribadito le azioni alla lotta al lavoro nero e irregolare sia sul versante delle Politiche attive del lavoro, che sul versante di attività di vigilanza e di controllo. “Per la Provincia di Ascoli Piceno questo è un obiettivo prioritario e assolutamente strategico – ha detto Mandozzi alla platea del seminario barese - in sintonia con le politiche del Governo nazionale, necessario per restituire centralità alle persone nel lavoro, per garantire una piena e buona occupazione, per contrastare la concorrenza sleale, valorizzando il bagaglio di saperi, esperienze e competenze già presenti nelle istituzioni preposte al controllo e alla vigilanza e per contribuire alla crescita sociale ed economica del nostro territorio”.