Pall, si ritorni al dialogo

Pall, si ritorni al dialogo

La divisione delle sigle non deve ripercuotersi sui lavoratori

A chiedere di riaprire la trattativa non è solo il vice presidente e assessore al Lavoro della Provincia, bensì tutti i lavoratori dello stabilimento ascolano, che nel corso di un’assemblea sindacale tenutasi la scorsa settimana presso l’azienda, hanno chiesto a gran voce di mettere da parte incomprensioni e diversità di vedute, per riallacciare il rapporto con la proprietà sui temi attualmente dibattuti, al fine di giungere ad un accordo che porti migliori e maggiori tutele e diritti agli stessi lavoratori”
Dopo l’assemblea sindacale svoltasi giovedì scorso presso la “Pall Medical”, a cui ho partecipato con grande piacere raccogliendo l’invito rivoltomi dalla Rsu di stabilimento, sono ad inoltrare un appello a tutte le rappresentanze sindacali presenti alla Pall, ed in particolar modo al sindacato della Ugl, affinché si possa presto tornare ad un confronto con l’azienda sui temi dibattuti circa il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale.
L’invito che mi permetto di rivolgere ai sindacalisti, segue l’impegno che in quella occasione ho dichiarato di volermi assumere, circa l’obiettivo di far ritrovare unità e stimoli utili al prosieguo del confronto sindacale in una fase di cui nessuno vuole nascondere la complessità, peraltro acuita da divergenze che hanno portato a profonde incomprensioni tra le parti.
Da parte mia c’è tutto l’appoggio (del resto era questo il fine della richiesta di presenziare all’assemblea rivoltomi dalla Rsu, che, è bene ribadire, quale organo interno di base del sindacato è quello più direttamente coinvolto nella trattativa e quello preso a riferimento dai lavoratori che lo hanno democraticamente eletto), a che si possa al più presto riconvocare il tavolo di trattativa presso l’Associazione degli Industriali, dove tutti, nessuno escluso (ai vincoli insiti negli accordi nazionali sul diritto di rappresentanza, questi non lambiscono certo la Rsu), saranno chiamati a portare la propria linfa in termini di partecipazione, conoscenze dei problemi dei lavoratori, e tanto buon senso. Buon senso che, auspico, possa essere profuso anche dall’azienda, al fine di giungere ad un rinnovo contrattuale reclamato a gran voce dai lavoratori.
I problemi sono tanti, alcuni di difficile soluzione, altri invece più alla portata. Quello che è certo, è che con la divisione tra sigle sindacali o tra membri della Rsu, a rimetterci saranno in primis i lavoratori, ma anche il sindacato, che io chiamo a mettere in mostra un principio di buona volontà teso a rimuovere gli ostacoli. La contrattazione di secondo livello, quale questa in essere alla Pall, non solo è un diritto dei lavoratori esercitarla, ma del sindacato appoggiarla e portarla avanti, perché è da questa che i lavoratori possono recuperare sia un maggiore potere di acquisto salariale (con la redistribuzione di parte della produttività aziendale), sia una maggiore e migliore tutela dei diritti. L’azienda, dall’altro canto, scendendo a patti con il sindacato potrà ritrovare armonia e stimoli a maggiore e migliore coinvolgimento della forza lavoro, sempre più indispensabile in termini di consenso, per una maggiore competitività giocata sulla qualità e sulla produttività aziendale.