Allarme rosso per gli
agricoltori del territorio. La Cia richiama l’attenzione delle istituzioni evidenziando come numerose produzioni siano state stravolte. Nel mese di gennaio la temperatura è stata infatti di circa 3,5° C superiore alla media storica su tutto il Piceno, di oltre 2 C° e si è mantenuta anche per tutto il mese di febbraio «Le più elevate temperature rispetto alle medie stagionali hanno provocato un’alterazione dei raccolti incidendo sulle caratteristiche degli ortaggi che solo in pochi casi hanno raggiunto i livelli qualitativi dei precedenti anni causando gravi danni economici per le imprese agricole e l'intera filiera – ha spiegato Tonino Cioccolanti, presidente della Cia di Ascoli – La Cia, pertanto, denuncia la preoccupante situazione della produzione ortofrutticola e la riduzione del reddito per le imprese».
Basti pensare ad esempio, che si è verificato un anomalo e non preventivato rientro di cavolfiori dalla campagna a causa della mancanza di freddo ha causato una maturazione precoce degli ortaggi. Oltretutto, la rapida crescita ha provocato una maggior fragilità del prodotto che si è palesata con elevati livelli di scarto. Oltre al collasso delle piante di cavolfiori i danni hanno riguardato anche il radicchio della varietà di Chioggia coltivato nelle nostre zone e le verze la cui crescita naturale è stata penalizzata dai fabbisogni idrici e dalle temperature troppo alte rispetto alla media nazionale. In particolare, la maturazione delle produzioni di ortaggi si sono concentrate ed accavallate, senza la naturale scalarità che si verifica in presenza di un andamento climatico “normale”. Non è più commerciabile e, quindi, invenduta molta produzione orticola.
La Cia è inoltre fortemente preoccupata per la carenza d’acqua che in estate potrebbe diventare drammatica. Le precipitazioni sono state in quest'inverno molto scarse nel piceno, che sono circa al di sotto del 70% dei valori storici. La siccità rischia infatti di dimezzare numerose produzioni, come quelle di cereali, frutta e verdura. Ancora una volta la carenza d’acqua, dovuta ad un autunno e ad un inverno anomali con piogge e neve praticamente assenti, si trasformerà in grave emergenza per l’agricoltura. Per questo motivo occorre subito un Piano, soprattutto irriguo, per affrontare una situazione di pesante che avrà riflessi anche per i consumatori. Anche se si verificheranno, come presumono gli esperti, precipitazioni nella norma stagionale, i problemi di scarsità di acqua non saranno risolti. Questo perché a marzo, aprile e maggio, secondo gli studiosi, l’evaporazione al suolo è abbastanza consistente e così i terreni non assorbiranno l’acqua necessaria e la siccità avrà il sopravvento.