Ascoli - Il Decreto Sostegni varato venerdì 19 marzo 2021 dal Consiglio dei ministri prevede interventi per 32 miliardi di euro. Di questi ben 11 miliardi sono destinati alla voce contributi a fondo perduto per le imprese, partite iva e professionisti, che servono a ristorare una platea di circa 5,5 milioni di attività colpite dalle chiusure e dagli effetti della pandemia. I pagamenti inizieranno l’8 aprile.
I sostegni per le imprese: le 5 fasce di ricavi e gli aiuti. A beneficiare degli aiuti sono le aziende fino a 10 milioni di fatturato (prima il tetto era di 5 milioni) che hanno subito perdite di ricavi per oltre il 30% nel 2020. L’indennizzo (che non può superare i 150 mila euro) viene parametrato sulla media della perdita mensile registrata nel raffronto tra 2020 e 2019, moltiplicata per due.
L’ammontare dell’indennizzo è parametrato a 5 fasce di ricavi e decresce all’aumentare del fatturato:
- indennizzo del 60% per le imprese con fatturato fino a 100 mila euro;
- del 50% per quelle tra 100 mila e 400 mila euro;
- del 40% tra 400 mila e 1 milione;
- del 30% tra 1 e 5 milioni;
- infine, del 20% per quelle con fatturato tra i 5 e i 10 milioni di euro.
Condono fiscale, licenziamenti, aiuti a famiglie, imprese e partite Iva.
L’Agenzia delle Entrate ha calcolato che il ristoro medio per le imprese della prima fascia sarà di 2.000 euro, per quelle della seconda fascia di 5.000 euro. In media, 3 milioni di soggetti interessati otterranno in circa 3.700 euro.
Addio ai codici Ateco. La novità riguarda il criterio con cui questi aiuti sono stanziati: non più sulla base dei codici Ateco. Di fatto, chi aveva già ottenuto i ristori 1, 2 e 3 (per esempio chi ha un bar o un ristorante), ora - non più vincolato dai codici Ateco - avrà un’indennità extra. Chi, invece, era stato finora escluso (per esempio il fornitore di un bar), avrà il sostegno.
La piattaforma telematica per il sostegno
Entro il 3 marzo dovrebbe essere pronta la piattaforma per gli indennizzi e l’avvio dei pagamenti è previsto tra l’8 e il 10 aprile. E proprio entro aprile si punta a concludere l’erogazione per tutte le domande presentate.
Cartelle esattoriali, arriva il condono fino a 5 mila euro (ma solo per redditi sotto ai 30 mila). Bonus partite Iva, stagionali e autonomi: anche le partite Iva, i lavoratori autonomi e i professionisti potranno chiedere i contributi a fondo perduto. Il meccanismo è sempre quello della differenza di fatturato effettivo tra il 2020 e il 2019.
I lavoratori autonomi iscritti agli Ordini professionali entrano per la prima volta nel sistema generale di aiuti. Una platea che secondo le stime del governo coinvolgerà circa 800 mila professionisti, iscritti alle gestioni separate delle diverse Casse previdenziali. Il bonus partite Iva, dovrebbe arrivare entro fine aprile e consisterebbe in un indennizzo una tantum da mille euro fino a 3 mensilità, per 3.000 euro complessivi.
I lavoratori dello spettacolo
Il bonus per il lavoro autonomo è previsto anche per i lavoratori stagionali e dello spettacolo (senza partita Iva): la novità è l’indennità una tantum che può arrivare a 2.400 euro.
Blocco dei licenziamenti, stop fino a giugno (a ottobre con la cig Covid)
Piccole imprese e artigiani: come si calcola il nuovo sostegno
Per piccole imprese e artigiani - che rientrano nelle regole generali riservate dal decreto Sostegni agli aiuti per le imprese - si applica un calcolo preciso: le perdite mensili vengono moltiplicate per due e si applica il 30% per calcolare il ristoro. Per esempio: un negozio che è sceso da 120 mila a 60 mila euro dal 2019 al 2020, ha una perdita media mensile di 5 mila euro, che moltiplicato per due fa 10 mila euro. Su questa cifra si calcola il 30%. Il ristoro è dunque pari a 3 mila euro.
Le valutazioni della Cna Picena. Sicuramente utile il superamento dei codici Ateco per i ristori da perdita di fatturato. Complessivamente le risorse assegnate dal Dl Sostegni per le imprese sono ancora insufficienti, anche considerando le tranche di contributi a fondo perduto arrivati lo scorso anno, si copre meno del 7% del fatturato perso dalle attività economiche nel solo 2020.
Le simulazioni effettuate dal Centro studi della Cna nazionale sulle contabilità di 12mila imprese con fatturato fino a 5 milioni di euro evidenziano che nel 2020 l’81,2% delle imprese ha registrato diminuzioni del giro d’affari ma solo una impresa su quattro ha accusato una perdita superiore al 33% rispetto all’anno precedente. Oltre il 75% delle imprese, pur avendo registrato una significativa flessione del fatturato spesso non lontana da un terzo, sarebbe quindi escluso dai nuovi indennizzi. La Cna invita il Governo a cancellare il 33% sostituendolo con un meccanismo a scalare, che riduca progressivamente il beneficio. E’ necessario, quindi, ampliare il periodo sul quale commisurare gli indennizzi e concentrare il ristoro soprattutto sulle imprese più piccole maggiormente colpite dalla pandemia.