Ascoli - Annunciata a fine anno dal il ministro dei Trasporti Paola De Micheli, con un investimento previsto di 1,3 miliardi di investimenti. Sparita però nel piano industriale 2020-2023 diffuso pochi giorni fa dalla società Autostrade. E' questo lo stato dell'arte riguardo la realizzazione verso sud, fino al casello di Giulianova, della terza corsia autostradale.
La grave omissione solleva preoccupazioni e proteste da parte soprattutto degli operatori del settore, cui da voce la Cna di Ascoli Piceno. "L’autotrasporto ha subito un crollo del 30% – ricorda Roberto Grazioli, presidente regionale di Fita-Cna – e non può resistere ancora a lungo di fronte a questa situazione. La terza corsia è opera fondamentale per le Marche e la fascia adriatica, anche se ci rendiamo conto che i costi di realizzazione sono alti e l’impatto sulle città costiere rilevante. L’unica alternativa – aggiunge Grazioli – sarebbe semmai quella di un arretramento dell’autostrada, facendo diventare il percorso attuale parte della viabilità urbana. In ogni caso l'arretratezza e la lentezza di percorrenza di questo tratto vitale per il Piceno e il sud della Marche non è più sostenibile sia per i disagi ai cittadini sia per la perdita di competitività che comporta per le imprese dell'autotrasporto".
Il fatto che non si consideri l'importanza della terza corsia - spiega Barbara Pietrolungo, portavoce della Cna Fita (settore autotrasporto merci) per la provincia di Ascoli Piceno - è indice di mentalità poco aperta a un futuro di sviluppo economico e turistico. Penso che tutti noi quando andiamo verso nord all'altezza di Porto Sant'Elpidio ci sentiamo in un altro mondo con l'autostrada a 3 corsie. Ritengo che sia di interesse comune, maggiormente per gli autotrasportatori ma non di meno per i cittadini e l'economia delle località turistiche con tutto l'indotto che ne deriva".
"Protestiamo con la società che gestisce la tratta e facciamo un forte appello alla regione affinché venga corretta questa anomalia". Conclude Francesco Balloni, direttore della Cna Picena, che prosegue: "Già in fase di realizzazione la decisione di bloccare l'ampliamento proprio alle soglie del sud delle Marche la riteniamo un grave errore programmatico. Ci auguriamo che non si voglia proseguire su questa strada, è proprio il caso di dirlo, che non porta da nessuna parte. Ora più che mai i nostri territori, dal sud delle Marche al nord dell'Abruzzo, hanno bisogno di strumenti concreti e validi per sopravvivere e risollevare la testa".