Commissione politiche agricole Conferenza Regioni: le Marche entrano nel Comitato tecnico Agea. Carloni: 'Vogliamo evitare i problemi del passato con Agea'

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Commissione politiche agricole Conferenza Regioni: le Marche entrano nel Comitato tecnico Agea. Carloni: 'Vogliamo evitare i problemi del passato con Agea'

Ancona - Le Marche entrano nel Comitato tecnico di Agea e vengono sostenute nella richiesta di nuovi criteri di riparto dei fondi destinati allo sviluppo rurale. “Nella Conferenza delle Regioni che si è tenuta ieri, la nostra regione ha conseguito due importanti obiettivi non scontati, frutto della concertazione che siamo riusciti a concludere”, riferisce il vicepresidente Mirco Carloni, assessore all’Agricoltura.


La funzionaria Beatrice Guglielmi (responsabile del sistema informativo del servizio Politiche agroalimentari) è una dei tre rappresentati regionali nominati, su proposta delle Marche, nel Comitato tecnico di Agea: l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura dei fondi europei con funzioni di “coordinamento” e “pagatore”.


Porterà le istanze delle tredici Regioni che si affidano ad Agea per i pagamenti, all’interno del nuovo organismo, insediato, per la prima volta, a seguito della riforma fortemente voluta dalle autonomie regionali. “È una nomina importante, frutto della condivisione con tutte le Regioni interessate che hanno voluto indicare la nostra all’interno del Comitato - commenta Carloni - Finalmente sarà possibile promuovere una gestione condivisa delle informazioni, entrare nel merito operativo dei meccanismi di pagamento, superando i cronici ritardi nelle erogazioni che penalizzano non solo gli agricoltori marchigiani. Le Regioni avranno la possibilità di rimuovere gli ostacoli, risolvendo i problemi che tuttora sussistono”.


Sulla questione dei criteri di assegnazione del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr), relativi alla nuova programmazione 2021-2027, Carloni evidenzia che “abbiamo manifestato una forte volontà di cambiamento, superando criteri storici, fermi al 1999, con altri più oggettivi e meno penalizzanti per la maggior parte delle quattordici realtà regionali, comprese le Marche, che condividono la nuova impostazione.


La richiesta, soggetta alla ineludibile mediazione, sostanzialmente è quella di valorizzare maggiormente la ruralità dei territori e il numero di aziende presenti. Con questa pianificazione le Marche potrebbero registrare un incremento significativo dei fondi a disposizione, superando lo squilibrio, questo sì storico, che ha sempre mortificato la potenzialità di sviluppo dell’agricoltura regionale”.

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