Anona - Un conto sono gli sconti pure fino al 70% dei prodotti prettamente natalizi come panettoni, pandori e torroni ma anche zamponi e cotechini. Un altro le offerte promozionali sui prodotti agricoli venduti spesso al di sotto dei costi di produzione, frutto di pratiche commerciali sleali.
Mentre i primi offrono l’opportunità ai consumatori di risparmiare e alle aziende di smaltire prodotti che altrimenti non potrebbero essere conservati per il prossimo anno e che rischiano così di finire nel novero degli sprechi alimentari, le altre sono particolarmente dannose per le aziende agricole già in crisi a causa della chiusura di alberghi e ristoranti e, in un periodo difficile per l’economia come questo che stiamo vivendo, colpite dalle speculazioni.
Occhio dunque all’etichetta quando si acquista. Uno sguardo al prezzo e un controllo anche sulla tracciabilità. Dietro un prezzo troppo basso, infatti, possono celarsi distorsioni e speculazioni lungo la filiera. A rimetterci sono gli agricoltori o, nel caso di cibo che provenga dall’estero dove norme e controlli sono meno stringenti, il consumatore che porterà in tavola meno qualità e salubrità.
Basti pensare che tra gennaio e luglio, nelle sole Marche, gli organi preposti hanno effettuato oltre 7.700 controlli in azienda: il 19% ha dato esito non conforme ma senza evidenziare irregolarità gravi. Nel mirino anche i canali dell’e-commerce.
Solo gli ispettori della della tutela della qualità e della repressione frodi (Icqrf) tra febbraio e luglio hanno chiesto 710 rimozioni ad Alibaba, Amazon ed Ebay per inserzioni irregolari di prodotti agroalimentari. Frodi che non risparmiano le Marche con casi riscontrati in passato di ciauscolo fake, Salamini alla Cacciatora tarocchi e wine kit, anche di Verdicchio dei Castelli di Jesi, per prodursi il vino in casa attraverso acqua e preparati solubili.
“Per avere garanzia di qualità e un beneficio per le nostre comunità è bene privilegiare i canali di vendita diretta che accorciano la filiera agroalimentare – commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – Mangiare cibo italiano, inoltre, in questo momento difficile può aiutare l’economia, il lavoro e il territorio nazionale. Ovviamente tutto ciò non basta perché servono misure di ristoro adeguate per l’intero sistema agroalimentare su cui ricadono gli effetti negativi delle chiusure e delle limitazioni del canale ristorazione”.