Silvano Pagliuca, “E' una condizione da profondo rosso per uno dei settori più colpiti economicamente dalla pandemia in atto, un settore che rappresenta circa il 13% del Pil italiano. Perdite di miliardi di euro per un settore che rappresenta il 13% del Pil.
Pescara - Un aiuto concreto e immediato
per le aziende che operano nel settore turismo, a partire
dall'annullamento per tutto l’anno in corso delle imposte nazionali
e locali. A chiederlo è Confindustria Chieti Pescara la cui Sezione
Turismo alza il livello di allarme su una situazione gravissima per
l’intero comparto. “Parliamo di perdite stimate in 120 miliardi
di euro di volume d’affari a livello nazionale”, spiega il
presidente Silvano Pagliuca, “è una condizione da profondo rosso
per uno dei settori più colpiti economicamente dalla pandemia in
atto, un settore che rappresenta circa il 13% del Pil italiano. E non
dimentichiamo che dietro i numeri ci sono le persone. Bisogna agire
subito, azzerare le tasse e sostenere il comparto nel tempo, perché
l’evoluzione dell’emergenza impatterà ancora per mesi sugli
spostamenti e quindi sulla tenuta dell’industria del turismo”.
Un
quadro drammatico che impone scelte immediate a sostegno della
categoria. Confindustria chiede un doppio intervento: la
cancellazione totale, e non la traslazione, di tutte le tasse
nazionali e locali che riguardano il settore turistico fino a
dicembre 2020, l’annullamento della Tassa di occupazione del suolo
pubblico, di Cosap, Imu, Tari, imposta sulla pubblicità, tassa di
soggiorno e imposta demaniale. E poi, l’emissione di vouchers per
tutte le famiglie fuori regione che decideranno di venire in Abruzzo
durante l’anno in corso. Si tratta di buoni spesa, del tipo di
quelli adottati anni fa per il terremoto dell'Aquila, che dovranno
essere commisurati al numero dei componenti del nucleo familiare e ai
giorni di permanenza in regione.
“Se un settore non produce
nulla, non può contribuire in nulla”, afferma Lucio Laureti, Vice
Presidente della Sezione Turismo di Confindustria Chieti Pescara, “le
strutture alberghiere, quelle di ristorazione e quelle dei sevizi
turistici non avranno fatturato e tanto meno utili nel corso
dell’anno. Enormi le limitazioni sanitarie necessarie, azzerate le
presenze turistiche straniere, impossibile la fruizione dei servizi
rispettando le distanze sociali, e difficile pensare ad una capacità
di spesa da parte degli utenti che normalmente vengono nell’area
Pescara-Montesilvano e sulle coste teatine. Un quadro insomma, che
impone di salvare un comparto fondamentale. Lo Stato e gli Enti
locali devono intervenire”.
“Il settore è paralizzato”,
aggiunge Pagliuca, “è inverosimile che gli operatori debbano
pagare per qualcosa che in questo momento non esiste, come ad esempio
la pesantissima tassa sui rifiuti che continua a rimanere in piedi
nonostante le attività non producano alcun reddito. Si tratta di una
situazione assurda che va subito sanata per cercare di arginare la
frana in corso”.
Prospettive future incerte non permettono di
vedere l’inizio della ripartenza. “Il blocco dei flussi turistici
e le caratteristiche strutturali del mercato in questione”,
conclude il Presidente, “non consentiranno di recuperare le perdite
nel breve termine. La stagione estiva è compromessa e i tempi di
rientro alla normalità saranno lunghi, in particolare per la
clientela internazionale che costituisce la metà del nostro
mercato”.
Le mancate prenotazioni per tutto il secondo
semestre 2020 si sommano al vertiginoso calo delle ricerche online
relative a viaggi, turismo e divertimento. Secondo una recente
indagine di Parchi Permanenti Italiani, tali ricerche sono diminuite
nel mese di marzo 2020 di oltre il 37% rispetto al dato del mese
precedente, e sono dimezzate rispetto allo stesso mese del 2019. Il
prossimo passo, annuncia Confindustria, sarà la messa in campo di
strategie per il rilancio dell’economia di settore.