Ancona - Le Marche hanno impegnato gran parte delle risorse
del Fesr: il fondo europeo che promuove lo sviluppo regionale attraverso
la coesione economica e sociale dei territori dell’Unione. Al 31 dicembre 2019 è stato attivato il 96 per cento
(552,2 milioni di euro) della dotazione assegnata (570,2 milioni al
netto dell’assistenza tecnica. In sostanza, la somma che va
effettivamente ai territori, perché una quota del Fesr viene utilizzata
per le attività amministrative – come monitoraggi e controlli
– necessarie all’attuazione dei programmi).
La Regione ha anche
rispettato in anticipo la tabella di marcia fissata dall’Unione: al 31
dicembre 2019, con sette mesi di anticipo, ha raggiunto l’obiettivo di
spesa del Por (Programma operativo regionale) indicato
da Bruxelles. Rispetto ai 75,4 milioni prescritti, ne ha rendicontati
120,4 milioni, con un incremento percentuale tra i più significativi. A
livello nazionale sono seconde per efficienza della certificazione della
spesa (160%, precedute solo all’Emilia Romagna
con il 165%), ottenendo dalla Ue anche lo sblocco della “riserva di
efficacia” (un accantonamento “liberato” solo se si raggiungono
obiettivi intermedi) di 35 milioni di euro. Il punto è stato fatto nel
corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato
il relatore della Commissione europea per il Por Fesr Marche, Luigi
Nigri.
“La questione di presunti ritardi della Regione Marche nasce da
un articolo di stampa sbagliato, che ha preso a riferimento una cifra
non giusta per valutare l’andamento della spesa,
che ci vede tutt’alto in difficoltà ma ai primissimi posti a livello
nazionale - ha subito chiarito il presidente Luca Ceriscioli - Come
tutte le Regioni, anno dopo anno abbiamo obiettivi da raggiungere. Li
stiamo conseguendo con un grande lavoro di squadra
e con grandissimo impegno. Non è banale certificare la spesa europea e,
quindi, rappresentiamo un ottimo esempio. Chi è andato dietro a quel
dato non corretto, come il Centro destra marchigiano, in maniera poco
riflessiva, dimostra, ancora una volta, di non
avere proposte e progetti, ma di captare quello che arriva, senza un
minimo di valutazione. Noi, al contrario, vogliamo fare, di questa
capacità di lavoro, la testimonianza di un territorio che sta mettendo
grande impegno per superare le mille difficoltà che
ha vissuto in questi anni. Lavorare in maniera robusta sui fondi
europei significa dare a imprese, istituzione e territorio tante
occasioni di sviluppo che non ci facciamo sfuggire, interpretando
l’Europa come una visione e uno strumento importante di crescita.
La capacita e la volontà della Regione è quella di utilizzare, sempre
al meglio, queste risorse”.
Anche l’assessora alle Politiche
comunitarie, Manuela
Bora, ha parlato di un “bilancio
positivo per la Regione Marche. È un risultato di squadra che non va
letto solo nei numeri che raccontano la certificazione, ma soprattutto
nelle risorse attivate e assegnate ai beneficiari.
Risultati positivi che ci devono spronare a fare sempre meglio, con un
gioco di squadra espressione di una capacità di saper progettare bandi,
condividendoli con il territorio per promuovere una progettualità che
parte dal basso”. Ha quindi evidenziato che
per stilare una classifica, mettendo a confronto la capacità di spesa
delle Regioni, “è necessario tener conto della
tempistica di assegnazione delle risorse da parte della Ue perché le
risorse stanziate generano spesa solo negli
anni successivi alla loro messa a disposizione. Quelle del terremoto
sono arrivare nella prima metà del 2018 e non possono essere confrontate
con quelle ordinarie trasferite alle Regioni nel 2015”.
Nigri ha confermato il “raggiungimento e il superamento dell’obiettivo
individuato dalla Commissione Ue. Questo fatto pone la Regione in
una posizione di tutto rispetto e confortevole per conseguire il
prossimo obiettivo, molto impegnativo, che andremo a verificare alla
fine del 2020, pari a 161 milioni. Cominciamo l’anno
avendo in tasca spese per 120 milioni di euro: abbiamo realizzato già
la maggior parte del lavoro. Tenendo presente questo ritmo di spesa,
ritengo che possiamo essere ragionevolmente fiduciosi sul raggiungimento
del traguardo di fine anno”. Sfogliando i dati
sullo stato di attuazione degli interventi attivati nell’ambito del Por
Fesr 2014-2020 emerge che 300,1 milioni (54%) sono stati destinati alle
imprese; 207,7 milioni (38%) agli enti pubblici; 44,2 milioni (8%) alle
Università. Dei 552,2 milioni attivati,
i finanziamenti concessi sono stati 427,3 milioni.
Risultano attivati
il 96% delle risorse destinate all’innovazione (con l’80% dei contributi
concessi), il 95% alla diffusione digitale (94%), il 97% alla
competitività delle Pmi (85%), il 99% alla sostenibilità
(93%), il 100% al cambiamento climatico (96%), il 98% alla cultura e
turismo (96%), il 96% al sisma (58%). Complessivamente i contributi
concessi raggiungono i 427,3 milioni di euro (124,6 pagati),
coinvolgendo 2.198 aziende e un incremento occupazionale stimato
di 1.908 lavoratori. La distribuzione territoriale delle risorse
concesse alle imprese segnala 96,5 milioni nella provincia di Ancona
(14,7 per il sisma); 40,4 milioni ad Ascoli Piceno (21,6 del sisma);
25,3 milioni a Fermo (8,8 per il terremoto); 65,7 milioni
a Macerata (26,9 per il sisma); Pesaro e Urbino 39,8 milioni (281 mila
euro la quota per il terremoto).