Il fondo di garanzia costituito da Acri, l'associazione delle Fondazioni bancarie italiane, per le aree del terremoto del centro Italia, ammonta a 3 milioni di euro raccolti da tutte le Fondazioni.
Il fondo, costituito con una convenzione nel 2017, è stato affidato a Banca Intesa di Ascoli Piceno perché si tratta dell'istituto di credito che ha la maggiore equidistanza tra tutti i territori colpiti dal sisma.
I 3 milioni euro, con una leva finanziaria da 1 a 5, hanno permesso investimenti da parte delle imprese per 15 milioni e mezzo di euro (15.522.000).
A cosa serve?
Se un'impresa delle
arre terremotate è in difficoltà e non ha i requisiti per accedere
al credito bancario ecco che il fondo su richiesta dell'impresa può
intervenire a garantire l'affidamento chiesto alla banca.
Come funziona.
L'impresa può chiedere un affidamento per illiquidità o crisi finanziaria per un massimo di 30 mila euro.
Questo finanziamento deve essere restituito in 5 anni. Ha naturalmente un tasso d'interesse più basso di quelli ordinari. Nel caso che l'impresa non riesca a restituire tutto o in parte l'affidamento chiesto allora interviene a copertura del debito il fondo di garanzia.
Come viene concesso.
Una volta fatta richiesta alla propria banca, c'è una valutazione istruttoria da parte della Fondazione Carisap che poi trasferisce l'esito a Banca Intesa.
I numeri del fondo di garanzia Acri.
Al 31 dicembre 2018 la potenzialità di copertura a garanzia dei 3 milioni di euro del fondo è stata completamente utilizzata.
Sono arrivare 649 richieste da parte di altrettante imprese dalle aree del sisma e il dato di certo rilevante è che 325 richieste sono giunte da imprese del territorio di competenza della Fondazione Carisap con una percentuale complessiva del 50,3% sul totale di quelle prevenute.
Questo significa che è stata data una spinta notevole allo sviluppo nel Piceno e parte del Fermano con imprese che contribuiranno alla rinascita post sisma del territorio.
Ma il fondo a questo punto è esaurito e non potrà più operare?
Di fatto esiste una strategia ben precisa che prevede un monitoraggio da qui a due anni o due anni e mezzo per verificare quanta parte dei finanziamenti richiesti siano già stati restituiti. E se per ipotesi si raggiungesse un rientro di 1 milione o 1 milione e mezzo di euro, bene, questa parte del fondo potrebbe di nuovo far partire copertura a garanzia di altrettante richieste.