Sabatini: 'Una tendenza che dev’essere sostenuta'. Circa la metà della produzione (2,4 miliardi) è garantita dal commercio (che con 61 iscrizioni è il settore che è cresciuto di più dall’inizio del 2017), mentre l’industria pesa poco più di 1,6 miliardi.
Ascoli - Crescono le iscrizioni di imprese (236 unità in valore
assoluto, +2,6% rispetto al periodo luglio-settembre 2016), aumentano
le aperture delle unità locali (118, +6,3%), sale anche il numero
degli occupati (55.332 addetti, +3,9%): sono alcuni degli indicatori
congiunturali del terzo trimestre di quest’anno relativi al Piceno,
resi noti oggi dalla camera di commercio. “Mettiamo i dati a
disposizioni degli analisti e degli amministratori – spiega il
presidente dell’Ente camerale, Gino Sabatini -, nella
convinzione che possano essere il necessario supporto per le
importanti scelte da fare per il rilancio economico e sociale della
nostra provincia”.
“Il trend è certamente positivo – commenta con prudenza-, ma dobbiamo tenere conto di quanto in basso ci ha spinto la crisi economica e quanti danni ha creato, e ancora crea, il terremoto soprattutto alle aziende dell’area del cratere, a quelle meno strutturate a cominciare da quelle del commercio”.
La Camera di Commercio sta vagliando proprio in questi giorni le domande relative al bando per la concessione di contributi in conto capitale alle imprese della provincia di Ascoli Piceno danneggiate dai recenti eventi sismici, per il riavvio o la continuità delle attività economiche. “Le risorse che avevamo messo a disposizione andranno esaurite – evidenzia Sabatini -: questo significa che c’è ancora tanta strada da fare sul tema della ricostruzione e della ripresa”.
Un indicatore assoluto di una situazione ancora “di
timidissima ripresa” arriva dal valore della produzione del sistema
economico del Piceno: 5,2 miliardi di euro nel 2016 contro i 5,7
miliardi dell’anno precedente, “una cifra decisamente inferiore a
quella del 2014, quando aveva toccato quota 5,5 miliardi”.
Circa
la metà della produzione (2,4 miliardi) è garantita dal commercio
(che con 61 iscrizioni è il settore che è cresciuto di più
dall’inizio del 2017), mentre l’industria pesa poco più di 1,6
miliardi; più indietro i valori del comparto dei servizi alle
imprese (341,7 milioni), delle costruzioni (298 milioni, “ancora un
settore che fa i conti con la crisi”) e l’agricoltura (97,4
milioni). A proposito di agricoltura, il presidente Sabatini ha
ricordato il ruolo dello stabilimento Barilla, “per gli operatori
del settore e per l’intera economia del Piceno e delle Marche”,
nel giorno in cui l’azienda festeggia i 35 anni di presenza
“straordinariamente attiva e positiva” nel nostro territorio.
Sempre sul fronte degli dati congiunturali relativi al periodo luglio-settembre di quest’anno, si segnalano il calo delle cancellazioni di attività (53, -41,8%) e delle chiusure di unità locali (70, -22,2%), e, soprattutto, il crolla dei fallimenti (solo 2, -80%),
“Si tratta di un’ottima notizia – commenta il segretario generale Fabrizio Schiavoni – è un’ottima notizia e ci auguriamo che possa essere confermata da qui in avanti. Come camera di commercio è un tema che monitoriamo e siamo in grado di seguire direttamente, grazie a una serie di funzioni che ci sono state assegnate, come so l’arbitrato, la mediazione e la procedura di esdebitamento”. In particolare, in tema di sovra indebitamento, “all’ente camerale verrà assegnata l’intera gestione della procedura con la creazione al loro interno di un organismo di assistenza al debitore e di un collegio di esperti”. Significa che un buon numero di controversie possono beneficiare di vie di risoluzione diverse da quelle giurisdizionali: “L’arbitrato è un rito breve, con ridotte formalità processuali, gestito da arbitri che possiedono specifiche competenze tecniche oltreché giuridiche, capaci di emettere una decisione coerente ai fatti e fruibile dalle parti, mentre la mediazione è un procedimento celere e informale che può garantire la soddisfazione di entrambe le parti della controversia con risparmio di tempo e denaro”.