Crescite e investimenti nel nome dell’internazionalizzazione: un refrain che pare essere molto vivo soprattutto nelle Marche, una regione che vede le PMI sempre più spesso intenzionate ad investire nell’internazionalizzazione, per espandere mercati di riferimento e opportunità di business. D'altronde è assolutamente normale pensare a questa via: l’export è una soluzione ottimale in questo momento storico perché, a dispetto della crisi, il marchio del made in Italy rimane ancora oggi particolarmente apprezzato all'estero. Ed è dunque proprio l’internazionalizzazione la risposta alle difficoltà economiche di questo momento, che possono essere combattute preparando la propria azienda per l’approdo sui mercati esteri, e dunque aumentando le chance di vendere prodotti o servizi, o di trovare partnership danarose.
Come pianificare l’internazionalizzazione di un’azienda?
Un’azienda che intende internazionalizzarsi deve obbligatoriamente partire da una base economica in salute: questo significa poter contare su una spiccata solidità finanziaria, ovvero lo step numero uno. A seguire troviamo altri fattori determinanti per la corretta riuscita di questo obiettivo: la qualità dei prodotti e dei servizi immessi sul mercato estero, le politiche di pricing competitive, lo studio dei mercati di riferimento, e ovviamente il reperimento di tutte le risorse economiche necessarie per effettuare nel concreto gli investimenti oltre confine. Ma è anche importantissimo verificare l’affidabilità delle imprese straniere partners o clienti, magari reperendo le informazioni commerciali sulle aziende estere, che è possibile fare visitando siti come Icribis.com, così da avere tutte le certezze finanziarie sulle quali contare per la sicurezza delle operazioni internazionali.
Internazionalizzare un’impresa: le altre regole
Internazionalizzazione significa anche conoscenza dei mercati esteri, e rispetto delle culture dei paesi di destinazione. Non tutti i prodotti o servizi sono infatti legali o rispettosi delle tradizioni, dunque bisogna sempre capire cosa può essere commercializzato e cosa, invece, potrebbe offendere i consumatori e causare problemi d’immagine non da poco. Senza i soldi, però, è impossibile pensare ad internazionalizzare un’impresa: come trovare finanziatori interessati, dunque? Esistono una serie di finanziamenti statali ed europei agevolati per le imprese che decidono di investire all'estero, ma anche la creazione di un network può essere la soluzione per trovare soci interessati ed interessanti. Infine, anche il crowdfunding è una soluzione che vale sempre la pena di tenere in considerazione, soprattutto perché le piattaforme apposite sono spesso ricche di grandi investitori che tengono d’occhio il mercato e tutte le novità.
Investire nel 2017: ma in quali mercati?
Non tutti i mercati esteri sono uguali: alcuni annaspano, proprio come avviene in Italia, mentre altri stanno godendo di un momento particolarmente favorevole. Ma quali sono i mercati nei quali investire nel 2017? Stando al report ICE/Prometeia, la Germania si conferma al primo posto di questa interessante classifica, soprattutto per via dell’apprezzamento nei confronti dei prodotti italiani. Anche Singapore si dimostra un ottimo sbocco: sia perché fra i due paesi vi sono ottimi rapporti diplomatici, sia perché questo stato possiede un potenziale di ricchezza a dir poco enorme. Inoltre, anche paesi come il Cile ed il Vietnam riservano diverse sorprese positive, così come gli Stati Uniti d’America, che da anni rappresentano il paese numero uno per quanto concerne le esportazioni di prodotti made in Italy.