Cna Pesaro e Urbino, voglia di ripartire e lasciarsi alle spalle la peggior crisi da dopoguerra ad oggi

Cna Pesaro e Urbino, voglia di ripartire e lasciarsi alle spalle la peggior crisi da dopoguerra ad oggi

Conclusa l’assemblea congressuale territoriale dell’associazione. Gli interventi del Governatore Ceriscioli e del segretario nazionale Silvestrini

Pesaro - Voglia di ripartire e volgere in positivo otto lunghi anni di recessione. Nonostante dati e cifre indichino come la provincia di Pesaro e Urbino non sia ancora uscita dal tunnel della crisi (quasi 5mila imprese in meno e oltre 24mila posti di lavoro persi dal 2009 ad oggi), c’è voglia di guardare al futuro.


E la CNA di Pesaro e Urbino, nell’anno del suo 70esimo di fondazione ha deciso di tenere la propria assemblea congressuale territoriale (la 21esima), in un territorio - quello di Vallefoglia - che ha conosciuto la crisi come pochi altri. E da qui che la principale associazione di imprenditori del territorio (oltre 5mila le imprese associate), vuole ripartire per vincere le sfide che la globalizzazione e le nuove tecnologie impongono. Tutti, a partire dal presidente provinciale Alberto Barilari (rieletto), hanno puntato sulla capacità della piccola e media impresa di affrontare le sfide imposte dallo stravolgimento dei mercati e da una crisi senza precedenti.


“La flessibilità, l’inventiva, la capacità del saper fare - ha detto Barilari - sono le armi vincenti per le micro e piccole imprese italiane”. “Imprese - ha ribadito della sua appassionata e applaudita relazione il segretario provinciale Mireno Bordoni - che però debbono essere capaci di fare rete, di guardare ai cambiamenti con una cultura imprenditoriale diversa”. “Oggi - hanno ribadito entrambi - portare i propri prodotti all’estero non è più un’impresa titanica e associazioni come la CNA possono aiutare concretamente ogni impresa ad entrare nei mercati internazionali”.



Una prova concreta parte proprio da Pesaro con il settore moda e la Bielorussia dove è stato aperto uno showroom e dove ogni anno si tengono due sfilate di aziende marchigiane nella capitale Minsk”. Ma è sul valore associativo che entrambi hanno centrato le loro relazioni. Attraverso una capillare azione di servizi e consulenza ma anche di rappresentanza che a livello nazionale ha prodotto ben tre pubblicazioni contenenti tutte le conquiste che l’associazione è riuscita ad ottenere a favore delle imprese.


In un periodo buio come questo, inoltre CNA e il suo Confidi (Fidimpresa Marche), sono riusciti a garantire la sopravvivenza di oltre mille imprese. Imprese che senza concessioni di credito avrebbero certamente chiuso i battenti. Dopo i saluti del sindaco di Vallefoglia, Palmiro Ucchielli e quelli del presidente della Camera di Commercio, Alberto Drudi (che ha ampiamente criticato il progetto di riforma delle Camera di Commercio), il discorso del presidente di CNA Marche Gino Sabatini. Alle relazioni di Barilari e Bordoni è seguito l’intervento del Governatore delle Marche, Luca Ceriscioli che, dopo aver illustrato gli interventi della Regione a favore delle imprese si è occupato di Camere di Commercio proponendone una unica per le Marche.



"Per quanto riguarda le Camere di Commercio ci sono due 'scalini' possibili- ha spiegato Ceriscioli- o due enti oppure uno. L'idea della Regione è allunghiamo la gamba e facciamo uno scalino in più con sola Camera di Commercio perché i numeri diventano interessanti". Un soggetto con "più peso e che renderà le scelte più forti. A chiudere la mattinata di interventi, il segretario nazionale della CNA, Sergio Silvestrini.


“Il segreto per il rilancio delle nostre Pmi è dato dalla loro capacità di tenere insieme innovazione e qualità- ha spiegato Silvestrini- è necessario cambiare modello di business e aggredire il mercato con prodotti di alta qualità e farsi sostenere da tutti coloro che possono dare una mano: istituzioni e associazioni. Quello che vince oggi nei mercati internazionali è l’insieme. E’ la squadra. E’ il gruppo che ha un obiettivo in testa: promuovere il bello e la qualità del paese Italia. Ed ha aggiunto: “Siamo di fronte a un’inversione di tendenza: ci sono segnali positivi ma non ancora sufficienti. Se continuassimo con questo ritmo di sviluppo arriveremmo nel 2028 agli stessi livelli di reddito del 2008. Non possiamo perdere una generazione. Vanno sollecitati gli investimenti soprattutto quelli innovativi e creata nuova occupazione con particolare attenzione a quella giovanile”.



Dal ‘made in Italy’, secondo il numero uno della Cna nazionale, passa la ripresa economica dell’Italia. “La globalizzazione ci impone uno standard qualitativo nuovo e più alto. Chi pensa nel mondo alla qualità deve pensare all’Italia. Anche nicchie di mercato piccole su scale dimensionali globali possono dare risposte importanti all’economia italiana. La nostra capacità di stare nei mercati internazionali è aumentata in questi anni nonostante i problemi. Dobbiamo incrementare questa tendenza”. Al termine della fase congressuale pubblica sono stati eletti i nuovi organismi provinciale dell’associazione.


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