Ascoli - Un territorio in emergenza, quello del Piceno, che ha assommato di tutto: crisi economica da oltre dieci anni, 3 terremoti e guerra politica contro progetti strategici. Perché, come si dice, non ci facciamo mancare nulla. Ora, come satiricamente puntualizzava un gruppo a Carnevale, mancherebbe solo l'invasione delle cavallette, una delle famose “10 piaghe d'Egitto” di biblica memoria.
Però oggi, al tavolo di concertazione per la riconversione dell'ex Sgl Carbon, l'imprenditore Battista Faraotti, socio di maggioranza di Restart Srl, ha calato una “carta” strategica contro anni di ritardo burocratico per il progetto di riqualificazione.
Per la realizzazione del Polo scientifico e tecnologico, uno dei cardini della riconversione industriale, in attesa della bonifica che durerà 4 anni, ci sono già spazi operativi a disposizione.
“E' disponibile, per chi vuole fare ricerca, l'intero complesso dell'ex Haemonetics in zona industriale - dice Battista Faraotti (che lo ha acquisito) - ora dipende dal territorio e dalle esigenze delle sue aziende. Ci sono 7 mila metri quadrati pronti da subito. Si recupererebbero così 5 o 6 anni di ritardo accumulato nella riqualificazione dell'ex Carbon. Noi nel Polo abbiamo sempre creduto, lo riteniamo importantissimo perché senza nella riconversione ci sarebbe un percorso monco. Noi avevamo dato alla Fondazione Carisap una delega per questo mandato, ora la Fondazione è un po' in sur place e non sappiamo quello che farà, ma nel frattempo non ci siamo fermati. Aspettiamo che si chiariscano. Senza ricerca un territorio muore come accade anche per un'azienda. Certo che li può trovare spazio Hub21 che però non è che abbia necessità di chissà quanti locali, quella può essere una casa comune per chi vuole fare ricerca nel territorio”.
Insomma, non ci sono più alibi per chi vuole fare davvero ricerca e sviluppo.
“E' emozionante – commenta Alfredo Sperandio – che lo spirito di puro mecenatismo che anima Battista Faraotti, dimostrato in tanti modi al territorio, rilanci le possibilità del Piceno proprio da un simbolo di crisi come è stata la vicenda dell'Haemonetics”.
“Disponibilità immediata su questo tema da parte di Confindustria – dice il presidente Simone Mariani – magari c'è stato qualche equivoco sul digitale, ma sono tanti i contenuti che attengono alla ricerca, l'agroalimentare, ma anche il turismo che ha bisogno di tecnologia e programmazione. Sui contenuti ci metteremo a lavorare da subito vista questa importante disponibilità”.
C'è stata dunque da parte privata una risposta istantanea alla richiesta del sindacato (Ubaldi e Collina (Cgil), Angelini (Cisl) e Pacetti (Uil) che ponevano la questione centrale del Polo scientifico e tecnologico come asse portante del progetto di riqualificazione dell'ex area chimica inquinata.
Il sindacato ha stigmatizzato i 10 anni di percorso di un progetto che hanno come unica spiegazione un freno per logiche politiche.
Ma qual è la fotografia ad oggi dell'iter della riqualificazione industriale che parte dal nome Ascoli21?
Il tavolo di concertazione che si è tenuto oggi è probabilmente l'ultimo prima della firma della convenzione tra istituzioni e Restart Srl per l'Accordo di programma. Per arrivare a quel traguardo finale occorrono ancora 5 mesi. Alcuni tempi di questo percorso sono comprimibili, altri no perché riguardano le pubblicazioni e relative controdeduzioni che sono regolate dalla legge.
Cosa c'è di nuovo e positivo rispetto ai ritardi accumulati?
Beh c'è stato il riconoscimento dell'Area di crisi complessa del Piceno - Fermano -Val Vibrata che ha permesso a Restart Srl di presentare due schede, due manifestazioni d'interesse ad Invitalia.
“La prima – dice Franco Gaspari, presidente di Restart Srl - è relativa agli impianti di bonifica che saranno installati all'interno dell'area, la seconda riguarda attività di ricerca e sviluppo in tema ambientale. Sono progetti che fanno leva sulla legge 181 che per la verità quando nasce nel 1989 era stata prevista proprio per la riconversione delle aree industriali. Se arrivassero i finanziamenti in tema ambientale – continua Gaspari – entrerebbe in funzione quella valvola di salvaguardia approvata anche in Consiglio comunale per cui con l'ingresso di finanziamento pubblico verrebbe decurtata la cubatura edilizia prevista nel progetto di riqualificazione”.
Il sindaco Guido Castelli, che assicura una visione comune positiva da parte delle istituzioni, per la Provincia confermata dalla vice presidente Valentina Bellini, dà lettura di una mail di ex lavoratori della Sgl Carbon che chiedono una collocazione secondo la possibilità dell'Area di crisi complessa visto che hanno svolto un corso di formazione sulle tematiche ambientali.
“Noi manteniamo gli impegni con questi lavoratori – afferma Franco Gaspari – anche se il tempo passa, perché siamo abituati a mantenerli gli impegni presi e ora vedremo quello che ci permetterà la legge 181 con l'area di crisi. Quanto ai contenuti della ricerca per il Polo – continua Gaspari – non dimentichiamo gli ultimi eventi sismici. Su richiesta della Diocesi stiamo ospitando le opere salvate dalle chiese terremotate del Piceno. Un'attività di ricerca potrebbe essere dunque quella sul restauro. C'è già un corso dell'Unicam proprio ad Ascoli. Inoltre, poiché una volta bonificata l'area torneranno in possesso del Pubblico 20 ettari di terreno, questi potrebbero servire ad accogliere necessità che scaturiscono proprio dagli eventi sismici che si sono succeduti. Dipenderà dal Comune”.
Aiuti di Stato si, aiuti di Stato no sulla bonifica? Vediamo cosa dice l'articolo 45
L'art.45 del Regolamento della Commissione UE (n. 651/2014) in riferimento alla unica opportunità di aiuti compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato.
A tale articolo fa
espressamente riferimento la Circolare MISE del 6/8/2015 n.59282
"Criteri e modalità di concessione delle agevolazioni di
cui alla legge 181/1989 in favore di programmi di investimento
finalizzati alla riqualificazione delle aree di crisi industriali".
Restart ha riconfermato la riproposizione della call quando
sarà aperto il bando da parte di Invitalia, per una cifra che al
momento è in valutazione dal proprio staff di consulenza.
Cosa dice l'articolo 45?
Aiuti agli investimenti per il risanamento di siti contaminati
1. Gli aiuti agli investimenti a
favore delle imprese che rimediano ai danni ambientali mediante il
risanamento di siti contaminati sono compatibili con il mercato
interno ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 3, del trattato e sono
esentati dall'obbligo di notifica di cui all'articolo 108, paragrafo
3, del trattato purché soddisfino le condizioni di cui al presente
articolo e al capo I.
2. L'investimento comporta la riparazione del danno ambientale, compreso il danno alla qualità del suolo o delle acque di superficie o delle falde freatiche.
3. Se è individuata la persona giuridica o fisica responsabile del danno ambientale in base al diritto applicabile in ciascuno Stato membro, fatte salve le norme dell'Unione in tale settore - in particolare la direttiva 2004/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale (2), modificata dalla direttiva 2006/21/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2006, relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive (3), la direttiva 2009/31/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009, relativa allo stoccaggio geologico di biossido di carbonio e recante modifica della direttiva 85/337/CEE del Consiglio, delle direttive del Parlamento europeo e del Consiglio 2000/60/CE, 2001/80/CE, 2004/35/CE, 2006/12/CE, 2008/1/CE e del regolamento (CE) n. 1013/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio (4) e la direttiva 2013/30/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 giugno 2013, sulla sicurezza delle
operazioni in mare nel settore degli idrocarburi e che modifica la direttiva 2004/35/CE (5) - tale persona deve finanziare il risanamento sulla base del principio «chi inquina paga» senza fruire di alcun aiuto di Stato.
Se non è possibile individuare il responsabile in base al diritto applicabile o imputargli i costi, la persona responsabile dell'intervento di risanamento o decontaminazione può beneficiare di aiuti di Stato.
4. I costi ammissibili corrispondono ai costi sostenuti per i lavori di risanamento, meno l'aumento di valore del terreno. Nel caso del risanamento di siti contaminati, si considerano investimenti ammissibili tutte le spese sostenute dall'impresa per il risanamento del sito, a prescindere dal fatto che, sotto il profilo contabile, le si possa iscrivere o meno all'attivo del bilancio.
5. Le valutazioni dell'incremento di valore del terreno a seguito del risanamento sono effettuate da un esperto indipendente.
6. L'intensità di aiuto non supera il 100 % dei costi ammissibili.