'Progettare il futuro', da Intesa Sanpaolo 15 miliardi per le imprese delle Marche

'Progettare il futuro', da Intesa Sanpaolo 15 miliardi per le imprese delle Marche

Imprese, Confindustria e Intesa Sanpaolo insieme per il road show sui nuovi modelli di business proposti da Industry 4.0

Ancona – È partito oggi da Ancona, con la collaborazione di Confindustria Marche, il Road Show per la presentazione territoriale dell’accordo triennale tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo “Progettare il futuro”, dedicato alla competitività e alla trasformazione delle imprese per cogliere le opportunità offerte dalla ‘quarta rivoluzione industriale’. Questa sesta partnership sul territorio, che mette a disposizione un plafond nazionale di 90 miliardi di euro, dei quali 15 miliardi destinati alle imprese di questo territorio, viene presentata dentro i luoghi deputati ad accogliere e far proprie le finalità dell’accordo: l’impresa.

Alla presentazione nella sede di Angelini Farmaceutica, una struttura altamente tecnologica che coniuga l’attività produttiva alla sostenibilità ambientale, hanno partecipato Alberto Baban, presidente di Piccola Industria Confindustria, Bruno Bucciarelli, presidente di Confindustria Marche, Manuela Bora, assessore alle Attività Produttive della Regione Marche, Ennio Cereda, del Consiglio Generale di Confindustria Digitale, Ennio Lucarelli, presidente di CSIT Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Gianluigi Maria Frozzi, amministratore delegato Area Farmaceutica Angelini, Sauro Longhi, rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Flavio Corradini, rettore dell’Università di Camerino, Fabrizio Luciani, presidente della Consulta Terziario Innovativo di Confindustria Marche, Diego Mingarelli, presidente di Piccola Industria Confindustria Marche e Manuela Montagna, responsabile Imprese Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo.

Per l’industria italiana, costituita soprattutto da PMI, lo sviluppo di Industria 4.0 e il relativo Piano del Governo possono essere la strada per recuperare competitività e per creare nuovi posti di lavoro grazie a elevate competenze, nuovi modelli di business e tecnologie innovative. Le opportunità di sviluppo per le realtà aziendali che riusciranno a cogliere questa sfida sono enormi, ma richiedono un intervento a tutto tondo, con investimenti in capitale fisso e immateriale, soprattutto in ricerca, innovazione e formazione, nonché trasformazioni organizzative e una continua attenzione alle evoluzioni in corso. Occorre partire subito perché le tecnologie sottostanti Industry 4.0 necessitano di 10-15 anni per raggiungere la completa maturità nel mercato ed essere pienamente efficienti.

Il nuovo modello del mondo produttivo è la sharing economy: avere il prodotto per il servizio che ti offre. - ha dichiarato Alberto Baban, presidente Piccola Industria di Confindustria - Siamo in ritardo rispetto ai nostri competitor tedeschi perché siamo Business to Business e non Business to Consumer, siamo prevalentemente contoterzisti, ci è mancata la giusta lettura del mercato. In questo contesto, il sesto accordo siglato con Intesa Sanpaolo costituisce un’imperdibile opportunità per scaricare a terra i benefici del Piano industria 4.0. Grazie alla digitalizzazione e alle tecnologie della quarta rivoluzione industriale – ha sottolineato Baban -anche le PMI possono costruire nuove partnership in mercati lontani, contaminarsi più facilmente con nuove idee, riorganizzarsi in un’ottica di maggiore snellezza ed efficienza, lavorare sempre più in filiera e sfruttare le opportunità date dalle produzioni in Co-buying più vicine al cliente e in grado di comprendere più velocemente dove andrà il mercato.”

Seppure in un quadro economico migliorato rispetto al passato dobbiamo registrare come non vi sia ancora un'adeguata ripresa degli investimenti produttivi. - ha aggiunto Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo - è un problema globale, ma che in Italia è particolarmente avvertibile vista la piccola dimensione e conseguente scarsa patrimonializzazione delle nostre PMI. L’accordo che presentiamo oggi vuole aiutare le aziende italiane a migliorare la loro capitalizzazione e a cogliere le grandi opportunità che la digitalizzazione e i nuovi scenari offerti dalla quarta rivoluzione industriale offrono. Azioni che richiedono investimenti sia finanziari che nel capitale umano. Intesa Sanpaolo ha di recente lanciato il Progetto Filiere che va nella direzione di agevolare la richiesta ed il costo del credito per tutte quelle aziende fornitrici di un progetto produttivo.

"Come Confindustria Marche - ha detto il presidente Bruno Bucciarelli - abbiamo partecipato, insieme a "Marche Manufacturing" e con l’endorsement della Regione Marche, lo scorso anno, alla Call Europea I4MS volta a stimolare la conoscenza delle opportunità di Industria 4.0. e verificare la possibilità di realizzare nei territori dei Digital Innovation Hub. La Commissione Europea ha infatti previsto la costituzione di una rete europea di Digital Innovation Hub quali soggetti in grado di supportare imprese, e in particolare le PMI, nel processo di digitalizzazione dell’industria europea. Alla base della creazione di una rete di hub dell’innovazione digitale vi è la consapevolezza del ritardo dell’industria nel selezionare la tipologia, la tempistica e il volume degli investimenti digitali da realizzare. Alla luce di queste considerazioni, - conclude Bucciarelli - Confindustria Marche si fa promotrice della costituzione di un DIH nella regione coinvolgendo sin da subito tutti gli attori presenti nel territorio regionale, a vario titolo strategici per la diffusione delle potenzialità di Industria 4.0 nel sistema produttivo."

L’accordo è imperniato su quattro pilastri: Ecosistemi di imprese e integrazione di business; Finanza per la crescita; Capitale umano; Nuova imprenditorialità.

  • Ecosistemi di imprese e integrazione di business

Intesa Sanpaolo e Piccola Industria Confindustria intendono mettere a disposizione un insieme di soluzioni che permettano alle imprese di trasformarsi, migliorando i processi produttivi, ricorrendo a nuove tecnologie e a nuove metodologie, tra cui i percorsi “Lean 4.0” che abilitano le imprese alle tecnologie digitali. Per la realizzazione dei progetti di sviluppo delle imprese Intesa Sanpaolo si avvarrà anche del proprio Innovation Center, struttura che raccoglie tutte le iniziative avviate dal Gruppo nel campo dell’innovazione. L’iniziativa intende rappresentare anche un momento evolutivo di “AdottUp, il Programma per l’adozione delle startup” e offrire nuove opportunità alle startup in esso sviluppate.

  • Finanza per la crescita

L’accordo punta a finanziare la crescita del business valorizzando il patrimonio intangibile delle imprese attraverso un nuovo modello di relazione basato sui fattori qualitativi legati al credito: tra questi la capacità innovativa, la formazione e la strategicità della catena fornitore-champion. Sono inoltre previste adeguate soluzioni finanziarie a medio-lungo termine oltre al migliore utilizzo degli strumenti di supporto, a cominciare dal rinnovato Fondo di Garanzia. Per programmare la crescita, bilanciando i livelli di debito a favore del capitale di rischio, è fondamentale il ricorso all’Equity per il rafforzamento del sistema produttivo. A tal proposito l’accordo intende sviluppare iniziative che favoriscano la patrimonializzazione delle imprese. Infine si prevede l’estensione a comparti strategici per l’economia italiana del Progetto Filiere, l’innovativo modello di credito di Intesa Sanpaolo che ha sinora prodotto 330 contratti con aziende capofila con oltre 15 mila fornitori ed un giro d’affari di 55 miliardi.

  • Capitale umano

L’accordo punta anche a favorire l’alternanza scuola-lavoro con l’obiettivo di far diventare l’azienda il luogo in cui lo studente consolidi e arricchisca le conoscenze apprese, sviluppando competenze spendibili nel mondo produttivo o acquisendo esperienze funzionali alla creazione di nuove imprese, in linea con il Piano Nazionale Industria 4.0.

  • Nuova imprenditorialità

Intesa Sanpaolo mette a disposizione il modello di valutazione delle startup. È un nuovo algoritmo DATS (Due Diligence Assessment Tool Scorecard), già inserito nelle Regole di concessione del credito, a supporto della valutazione creditizia delle Startup e in futura estensione alle PMI innovative. Si tratta del primo modello di valutazione “forward looking” adottato da una banca per i finanziamenti in debito, basato su logiche derivate dalla valutazione degli investitori in Venture Capital, mutuando le competenze costruite negli ultimi anni all’interno del Gruppo Intesa Sanpaolo. Questo nuovo strumento consente alle imprese e alla banca di cogliere al meglio le opportunità offerte dalle misure governative e le agevolazioni per la crescita, recentemente estese dal Piano Industria 4.0.

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Marche: torna a crescere l’export (dati della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo)

L’economia marchigiana può contare su una buona vocazione industriale. Grazie alla forza della sua industria riesce ad esprimere un buon avanzo commerciale, pari a circa 4 miliardi di euro nel 2015 (poco meno del 10% circa del totale italiano).

Secondo il Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, i dati disponibili per i primi nove mesi del 2016 offrono conferme della capacità della regione di crescere sui mercati esteri: l’export è tornato a crescere (+5,2% la variazione tendenziale), mostrando una dinamica migliore rispetto al resto d’Italia. Sono stati trainanti i settori della meccanica, della farmaceutica e della gomma e platica.

Nel corso del 2017, in un contesto di domanda internazionale favorevole, il tessuto produttivo marchigiano potrà continuare a crescere sui mercati esteri, facendo leva sulla sua elevata propensione a esportare, tra le più alte in ambito italiano. Un sostegno alla crescita delle esportazioni potrà venire anche dal mercato russo (previsto uscire dalla recessione grazie anche al rialzo del prezzo delle materie prime energetiche), dove storicamente le imprese marchigiane sono molto presenti.

Il contributo del canale estero non è tuttavia sufficiente per ridare slancio all’economia della regione. È infatti cruciale la spinta del canale interno e, soprattutto, degli investimenti. Più in particolare, sarà importante vincere la sfida del digitale attraverso un’accelerazione degli investimenti, finora frenati dall’incertezza che domina i mercati. L’ambiente è certamente favorevole, grazie alla presenza di significative misure governative a sostegno degli investimenti innovativi, alla disponibilità di buone condizioni di finanziamento e di un bacino di risorse interne.

Si tratta di una sfida non facile per le imprese di questa regione che mostrano un grado di utilizzo delle tecnologie ICT in aumento e su buoni livelli, ma inferiore alla media italiana:

  • nel 2016 la diffusione della banda larga nelle imprese era pari all’87% nelle Marche (dall’80% del 2008), 7 punti percentuali in meno rispetto alla media italiana;

  • la percentuale di imprese con sito web era pari al 56% nel 2016, mostrando un ritardo nei confronti della media italiana;

  • la quota di addetti che utilizzano computer connessi a internet è salito al 37,4% nel 2016 (dal 23,5% del 2008), 5 punti percentuali in meno rispetto all’Italia.

Questi ritardi possono essere superati grazie anche alla presenza nel territorio di una buona dotazione di capitale umano con competenze adeguate: nelle Marche non solo la quota di popolazione con istruzione terziaria è più elevata rispetto al resto d’Italia (nel 2015 nella fascia d’età 30-34 anni era pari al 28,7% vs il 25,3% della media italiana), ma è anche più alta la percentuale di laureati in discipline scientifiche e tecnologiche. Anche il tessuto produttivo locale mostra un buon potenziale, come è evidente dalla propensione a brevettare delle imprese marchigiane, superiore alla media italiana. In particolare, primeggia Ancona, tra le province italiane con intensità brevettuale più elevata.

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