Pescara - La fusione di Confindustria Chieti-Pescara rappresenta uno dei casi di successo tra tutte le fusioni effettuate nel sistema confederale.
È diventato un caso di studio a livello nazionale, prova ne è il fatto che il Prof. Gubitta titolare della cattedra di Organizzazione Aziendale dell’Università di Padova ne ha fatto oggetto di una tesi di laurea dedicata alle fusioni nel sistema confederale italiano.
Gli effetti della fusione hanno portato nel 2015 il miglior risultato netto di gestione rispetto ai bilanci delle due Territoriali prima della fusione (2014), producendo un avanzo finanziario ed un avanzo economico da considerare importante per la congiuntura economica che il nostro Paese attraversa.
La contrazione dei ricavi nel 2015 rispetto al 2014 è stata non significativa.
Il saldo tra le imprese neo iscritte e quelle dimesse nel 2015 è attivo di 37 unità. Anche nel 2016 il trend neo associate/dimesse è positivo.
Grazie alla fusione, il costo del
personale nel 2015 è diminuito di ben 89 mila Euro ed i servizi
offerti hanno avuto una saturazione media che supera l’80% segno
questo che la domanda dei servizi di Confindustria Chieti-Pescara è
altissima.
L’incidenza del costo del personale sul totale
dei ricavi ha subito una flessione di ben 5 punti percentuali dopo la
fusione.
Gli indici di liquidità e di struttura finanziaria calcolati con metodo oggettivo aziendale sono definiti ottimali.
Nel 2015 abbiamo ottenuto la riduzione dei costi di produzione per Euro 94.500,00 mantenendo tre presidi operativi Pescara, Val di Sangro e Vasto ed una sede di rappresentanza a Chieti.
Dal punto di vista del sistema di rappresentanza nazionale nel 2011, sulle oltre 250 articolazioni di Confindustria le consorelle di Chieti e Pescara unificate rappresentavano per numero di aziende associate la 15° Associazione nell’intero sistema nazionale (Pescara era al 62° posto e Chieti al 34° posto), per numero di addetti la 34° (Pescara 85° posto e Chieti al 50°) e per entrate contributive la 32° (Pescara 72° e Chieti 56°).
Un salto di rappresentanza così elevato da farci ottenere nel 2015 il seggio premiale nel Consiglio Generale della Confindustria nazionale. Seggio, che per l’intero Abruzzo, solo Chieti Pescara detiene e nel Centro Italia siamo nella rosa ristretta delle Territoriali rappresentate direttamente a livello nazionale.
Questi dati dovrebbero far comprendere come la scelta della fusione abbia ottenuto risultati inconfutabili in ordine alla rappresentanza, ai servizi ed alla gestione.
La presidenza di Confindustria Chieti-Pescara è impegnata ad ulteriori ottimizzazioni e punta alla regionalizzazione del sistema di rappresentanza abruzzese per essere sempre più efficaci nel rapporto con le Istituzioni e con gli stakeholders e per allargare la gamma dei servizi specialistici alle imprese associate.
In termini di rappresentanza, Confindustria annovera tra i suoi Associati decine di Grandi Imprese con oltre 250 dipendenti, alcune delle quali anche con più di 900 dipendenti, incluse le grandi utilities quali ad esempio Autostrade, Trenitalia, Telecom, Enel, Eni, Rai, tutte con sedi regionali rappresentate presso Confindustria Chieti Pescara.
Inoltre risulta essere del tutto falsa la dichiarazione apparsa oggi su Il Centro di Chieti secondo cui “Denso era l’ultima grande industria ad essere iscritta”.
Confindustria, ricordiamo, costituisce una ricchezza per le imprese e per l’intera società, in quanto composta da imprese di ogni dimensione e categoria, che nelle loro azioni sinergiche generano crescita e benessere per l’economia e la società del territorio.