Ascoli - Dopo il minuto di raccoglimento per le vittime del terremoto, Paola Giovannozzi, segretario provinciale della Cgil, ha dato inizio al convegno organizzato da Cgil, Cisl e Uil per l'area di crisi industriale complessa del Piceno -Val Vibrata, con le conclusioni del segretario generale della Cgil Susanna Camusso. L'appello centrale: Insieme.
Per vincere la crisi per il sindacato bisogna programmare insieme un piano di sviluppo. Potrebbe sembrare semplice ma finora per Cgil, Cisl e Uil questa unione d'intenti, rappresentata tempo addietro da un tavolo dei soggetti competenti (istituzioni, parti sociali e datoriali) a questa programmazione, nell'ultimo periodo non s'è vista.
Di sassi nello stagno ne sono stati lanciati diversi alla presenza del vice presidente della Regione Marche Anna Casini, e del dott. Marco Calabrò del Mise (Ministero dello Sviluppo Economico).
Giuseppe Pacetti (Uil) nella relazione introduttiva per il sindacato confederale ha centrato due punti salienti: terremoto e area di crisi complessa.
Il terremoto, che ha visto l'attivazione del sindacato nel momento della solidarietà, visto ora come occasione di rilancio, occupazione e di sviluppo per evitare lo spopolamento in atto delle aree interne. Che vede la sicurezza di case e scuole elemento centrale.
“A fronte di 6 mila abitazioni giudicate inagibili e 37 mila richieste di sopralluogo - ha detto Pacetti – si deve operare compatti perché lavorino ditte locali e ci sia un rilancio delle ditte artigiane. Chiediamo con forza – ha aggiunto – che tra le infrastrutture strategiche vengano inseriti i lavori di sistemazione dell'acquedotto che si trova a monte di Pescara del Tronto”.
Poi l'attenzione sul più grande Parco d'Europa (Monti della Laga e Sibillini) che è dimenticato, senza un marchio di qualità che rafforzi i prodotti locali.
Lo stimolo a innovare le relazioni sindacali che comporti maggiore partecipazione alle scelte con “reciproca affidabilità e trasparenza”. L'appello alle Rsu di stimolare i propri datori di lavoro per progetti e innovazione, nei due mesi che mancano alla sottoscrizione dell'accordo di programma per l'area di crisi complessa.
Infrastrutture
In realtà c'è ancora confusione e le parti in gioco sull'area di crisi complessa forse non danno tutte le informazioni, per questo a volte capita anche a noi di essere imprecisi. Situazione che recuperiamo subito parlando di infrastrutture: c'è anche la bretella di raccordo all'A24 tra le infrastrutture prese in considerazione dell'area di crisi perché è nel sistema di collegamento alla pedemontana abruzzese-marchigiana.
E di infrastrutture si parla, ma di quelle immateriali, anche quando si dice ultra banda larga che deve fare la differenza per lo sviluppo di un nuovo sistema industriale.
I “segreti” nella governance
E tra le cose non dette, almeno tra quelle non sentite fino ad ora, c'è anche il fatto che ci sono “segreti” interessanti nella governance dell'area di crisi complessa. Quattro ministeri: Mise, Lavoro, Infrastrutture e Ambiente. Poi due Regioni, Abruzzo e Marche, e due Province, Ascoli Piceno e Teramo.
I “segreti” stanno comunque nelle possibilità dei 4 ministeri. Se infatti non è previsto nulla in fatto di finanziamenti e agevolazioni per la bonifica per l'ex area Sgl Carbon da parte del Mise che si occupa solo di riconversione di siti industriali inquinati nazionali (Sin), il Ministero dell'Ambiente può benissimo impiegare risorse sia sulla bonifica dell'ex Carbon che sulle opere di ammodernamento dell'acquedotto del Pescara.
Speriamo che almeno in Regione, ad Ancona, di queste cose si occupino e le sostengano. E' questo che il territorio si aspetta quando si parla di attenzione al bene comune. Per questo sono importanti le manifestazioni d'interesse: tutte le esigenze saranno trasparenti e così potranno essere impegnate le somme necessarie.
E' operare per quell'Insieme del quale parla il sindacato questo modo di interagire. L'attrazione di un territorio per investitori esteri passa anche per la qualità dell'acqua del ciclo idrico integrato, della depurazione industriale e di territori urbani senza inquinamento.
E se è vero che Marco Calabrò del Mise plaude alla velocità di conclusione dell'iter della procedura dell'area di crisi complessa Piceno-Val Vibrata, che oggi è prima tra le 9 aree di crisi riconosciute a livello nazionale pur essendo partite le altre, alcune nel 2012, nel 2013 e nel 2015, che la velocità non penalizzi l'inclusione di pezzi importanti che dovranno costituire nel complesso il rilancio dell'area.
Sono d'accordo il Mise e Susanna Camusso su un punto: un sistema industriale che basi la sua crescita sulla riduzione del costo del lavoro non funziona. Quindi sono innovazione e ricerca gli enzimi che produrranno crescita e un sistema industriale che produca occupazione stabile. Perché è di questo che si parla. E' l'elemento centrale quando in provincia di Ascoli Piceno sono 10 mila i disoccupati.
Il sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli riconosce al sindacato confederale l'atteggiamento giusto che ha concorso nel gestire vertenze inaccettabili come la Pysmian senza pregiudicare rapporti istituzionali e divisioni tra la gente. Per Castelli la Regione Marche potrebbe sbloccare le somme (circa 6 milioni di euro) per le aziende invece di tenerle bloccate per inserirle nell'accordo di programma visto che Pesaro e Fabriano sono già partite.
Il sindaco di Ascoli evidenzia questo aspetto perché in realtà Invitalia ha strumenti diversi per intervenire su progetti che siano sotto la soglia del milione e mezzo di euro, anche per quelli da 75 mila euro. E parlando di infrastrutture, visto quanto si spende con Quadrilatero, rilancia sulla Salaria (Galleria fino ad Acquasanta) e sulla terza corsia dell'A14 che si ferma a Pedaso e dovrebbe arrivare alle terre dell'area di crisi invece.
Susanna
Camusso ha fatto un intervento molto articolato che in verità a
disegnato il volto di un intero Paese quando si parla di crisi.
“In
25 anni sono scesi gli investimenti privati – ha detto Camusso –
e quando si parla di manifattura si è inteso un sistema
tradizionale, mantenuto con metodi tradizionali. Non c'è
innovazione, non si assumono giovani laureati per contaminare la
conoscenza con l'esperienza di chi già ha alle spalle anni di
lavoro. Lo dimostrano le assunzioni del Jobs Act: sono conferme di
lavoratori di cinquantanni (per carità non diciamo che non debbano
lavorare, al contrario). Con loro però non ci sarà innovazione
aziendale ci sarà ancora un sistema manifatturiero tradizionale che
senza innovazione non riesce a competere”.
Ma c'è un nervo scoperto che Susanna Camusso pone all'attenzione delle Rsu del Centro congressi: “Non nascondiamoci una verità – dice il segretario generale della Cgil - La digitalizzazione, la robotica produrranno disoccupati. In passato c'è stato un momento nel quale alla crisi si è risposto con un forte avanzamento del Terziario. Ma questo oggi non potrà più reggere gli argini. Occorrerà quindi puntare sui servizi in modo innovativo, si dovrà programmare per tempo questo passaggio. E' qui che il sistema della formazione e dei diritti potrà fare la differenza sulla base dell'innovazione”.
E per tornare a “Insieme”, l'appello che il sindacato ha lanciato con questo convegno, non è soddisfatto Antonio Angelini, segretario provinciale della Cisl. “In in altri momenti e in questa tavola rotonda – dice Angelini – siamo insoddisfatti per le risposte delle istituzioni che su zona franca (agevolazioni fiscali, ndr) per le imprese ad esempio non hanno detto nulla. Ma noi non molliamo”.