Ascoli - La parola d'ordine di Confindustria Ascoli è “facciamo presto”. La scandisce il presidente Simone Mariani presentando il workshop “Più Impresa, più Sviluppo, più Piceno” che si terrà a partire dalle 15,30 al Centro congressi della Camera di Commercio.
L'accelerazione riguarda la redazione dell'accordo di programma per l'area di crisi complessa in attesa che Mise e Invitalia convochino la Regione Marche per la firma dell'accordo stesso. E' quello il nastro di partenza per arrivare agli investimenti ipotizzati “con atto di fede” dalle aziende del territorio: circa 120 milioni di euro che fungerebbero da moltiplicatore di posti di lavoro e di nuova economia.
Sempre che tutti i tasselli del puzzle s'incastrino bene. Le banche faranno la loro parte concedendo credito? Il sindacato faciliterà il percorso per i nuovi investimenti favorendo anche nuova attrattività del territorio consentendo deroghe ai contratti nazionali ? I Comuni faranno la loro parte magari detassando quelle imprese che attiveranno nuovi investimenti con creazione di nuovi posti di lavoro (Monteprandone ha già deliberato in questo senso)? Ecco dentro il “facciamo presto” di Mariani ci sono questi interrogativi ai quali dare risposta.
E il workshop è il colpo di pistola dello starter per far partire la “corsa” contro la burocrazia. Già perché il Piceno è in camera iperbarica da tanti anni e l'occasione l'aveva già perduta nel 2011.
Attività del tutto strumentali a livello politico non permisero allora il riconoscimento di area di crisi complessa con la Regione Marche che aveva deliberato e i requisiti c'erano tutti, era gli stessi di adesso.
Le carte in tavola. La Regione Marche è indietro sull'emanazione dei bandi per le imprese di due anni. Sono partiti molti bandi per il Psr (Piano di Sviluppo Rurale), ma poiché evidentemente non sono tutte agricole le imprese in regione e nel Piceno per le altre c'è ancora camera iperbarica da fare. Partono gli accordi e quindi i bandi per il Pesarese e per il Fabrianese, ma il Piceno resta al palo. Perché?
Ormai è chiaro: i tanto pubblicizzati 5 milioni e 700 mila euro, destinati al Piceno dalla Regione Marche per far fronte ad investimenti su progetti da 100 mila fino a 1 milione e mezzo di euro, devono aspettare la firma dell'accordo di programma per l'area di crisi complessa nazionale per essere utilizzati. Care imprese, ciò significa che se ne riparlerà solo nei primi mesi del 2017 ad essere ottimisti.
Ma gli altri fondi europei del Fesr e dell'Fse della programmazione fino 2020 che fine hanno fatto? Dove sono i bandi regionali che si fondano su quelle risorse? Ora tutti si stanno addolcendo la bocca con tutto ciò che è digitale. Agenda digitale, startup digitali, ma la programmazione politica sta facendo di tutto per disconoscere il significato del termine digitale che in realtà significa semplificazione dei bisogni delle persone, quindi delle imprese. Vuol dire velocizzare i processi. Ecco cosa accade in realtà: c'è la negazione di una nuova economia digitale per questo territorio.
In un incontro recente organizzato da Hp Composites per presentare il suo piano di sviluppo che mira entro il 2019 a creare complessivamente 30 posti di lavoro, 75 nuovi li ha creati nel 2015, e 30 milioni di fatturato, abbiamo posto una domanda al direttore generale Abramo Levato.
Per questo piano di sviluppo Hp Composites aspetterà i benefici dell'area di crisi complessa?
“Beh, la nostra azienda in realtà ha partecipato al protocollo d'intesa per l'area di crisi complessa, - dice l'ing. Levato - ma per il nostro piano di sviluppo i tempi vengono stabiliti dai mercati internazionali che ci richiedono i nostri prodotti secondo le proprie esigenze. Poi se arriveranno dei benefici certo non ci faranno male”.
E' questa la realtà dei fatti. Chi ha possibilità va avanti con le proprie idee innovative, e “Carbon Valley del Piceno” lo è certamente. E gli altri che non dispongono di risorse? Se c'è posto ancora se ne stanno nella solita camera iperbarica.
Comunque sulla digitalizzazione e sulle possibilità derivanti dall'area di crisi complessa arriveranno spunti nel workshop organizzato da Confindustria con relatori di primo piano come Carlo Alberto Carnevale Maffè, professore di Strategia e imprenditorialità alla Bocconi School of Management che parlerà de “Il futuro possibile” alle 16,15.
Mentre alle 17 si terrà la tavola rotonda sul tema “Il futuro: subirlo o gestirlo?” con Carlo Alberto Carnevale Maffè, Marco Frittoli direttore stabilimento Maflow Brs, Paola Giovannozzi, segretario provinciale della Cgil (rappresenterà anche Cisl e Uil), Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e Stefano Stracci, sindaco di Monteprandone, Maurizio Vecchiola, Ad di Finproject Spa, Marcello Ciotti, presidente Meccanica H7 srl e Maurizio Bai, responsabile di Area Toscana sud, Umbria e Marche di Banca Mps.