Ascoli - Lunedi va in giunta regionale la delibera di richiesta dell’area di crisi industriale complessa per il Piceno da inviare al Mise. Occorrerà vedere se la Regione Marche raccoglierà i suggerimenti dell’Ad di Invitalia Domenico Arcuri esternati nel corso del suo intervento in occasione dell’assemblea generale degli industriali del Piceno al PalaRiviera.
Cosa ha detto Arcuri?
L’Ad di Invitalia che ha valutato forse eccessivi i 6 asset che la delibera prevede attualmente in bozza. Per Invitalia sarebbe stato meglio puntare su tre. Arcuri ha poi “consigliato” il Piceno di non limitarsi, nella delibera di richiesta dell’area di crisi industriale complessa, solo agli incentivi economici, ma ad inserire una situazione infrastrutturale e ambientale.
E’ sibillino tutto ciò? A tradurre questo concetto ci pensa Simone Mariani, presidente della Confindustria picena. “La lettura dell’intervento di Arcuri è stata molto positiva – dice Mariani – Ha riconosciuto che è stato fatto un lavoro, e Confindustria in questo ha fatto una gran parte andando oltre la richiesta in questa fase. Quello che ci ha detto in maniera chiara è questo: se voi non avete bisogno di infrastrutture allora non vi serve l’area di crisi complessa, fate un’altra cosa.
Se invece a quel progetto di riconversione e rilancio aggiungete infrastrutture, che magari sono quelle digitali, ma per me ormai sono quelle intellettuali (l’università è un’infrastruttura?), le strutture di ricerca e sviluppo, qualcosa che dia davvero un’autostrada diversa alle imprese. Quelle sono le infrastrutture su cui dobbiamo attivarci. Confindustria sta lavorando su due fasi – Continua Simone Mariani – La prima è stato un primo progetto relativo ad una riconversione industriale di investimenti manifatturieri, sulle imprese. Ora c’è la fase due, ed è la parte più sfidante, creare un ulteriore tassello a questa serie di interventi possibili sul tema della conoscenza: investimenti sul territorio in competenze, nei cervelli.
Ad esempio va via la Cassa del Mezzogiorno, domani va via l’area di crisi, ma sul territorio restano delle intelligenze che consentano alle imprese di rimanere (questa volta definiva e stabile) perché qui trovano quel substrato che magari non trovano altrove”.
Per Mariani il Polo Scientifico e tecnologico da realizzare nell’ex area Sgl Carbon è uno degli elementi. Ma c’è anche una rivalutazione forte, e per Confindustria strategico, delle scuole secondarie come gli istituti tecnici, quelli professionali.
“Un esempio è nell’agroalimentare – spiega Mariani – Abbiamo l’Istituto Agrario che è tra i migliori d’Italia, diamogli forza. Dobbiamo mettere in rete in maniera seria davanti a progetti industriali, di formazione dei giovani, dei cervelli: questo sì che potrebbe esser veramente nuovo.
Quella di Ascoli Piceno è una tra le prime province d’Italia per la presenza di start up e quindi cerchiamo di continuare in questa direzione: creiamo un ecosistema davvero stimolante per le imprese”.
In buona sostanza per Confindustria la Regione Marche nella delibera che sta varando dovrebbe tenere conto del suggerimento di Domenico Arcuri di Invitalia che Simone Mariani ha tradotto in questa intervista.