Mariotti (Bpa): 'Le famiglie tornano ad avere fiducia e a spendere'

Mariotti (Bpa): 'Le famiglie tornano ad avere fiducia e a spendere'

Le Marche hanno tante micro aziende. Tra i difetti più comuni ci sono il notevole ritardo di ricambio generazionale, l'assoluto rifiuto, la scarsa propensione verso qualsiasi forma di aggregazione, il terzismo e dipendenza assoluta dall’unico cliente

La recessione è finita, la crescita è ripresa ma occorre fare attenzione ai prossimi passi. Questo in estrema sintesi il pensiero di Corrado Mariotti, presidente del cda di Banca Popolare di Ancona, ieri sera ospite del Rotary Club di Falconara per illustrare “Il punto di vista del mondo bancario” rispetto alla crisi economica.


Va subito detto che la situazione sta migliorando. “In Bpa il dato di settembre 2015 – ha detto Mariotti – confrontato con lo stesso periodo dello scorso anno, vede i finanziamenti a imprese e famiglie aumentare di 840 milioni, raggiungendo i 7,4 miliardi”. Il profilo di quanti accedono al credito però cambia e traccia il quadro di un'economia regionale che cambia profondamente.

I privati e le famiglie tornano a spendere. Infatti gli impieghi verso tale settore, che rappresenta il 30% del totale, nell'ultimo anno sono aumentati del 38%. Le aziende di grandi dimensioni (il 37% degli impieghi bancari) sono aumentate del 58%.


“Nelle Marche abbiamo tanti esempi di aziende che rinnovando l'attività, evolvendo tecnologicamente, aprendosi all'estero hanno saputo superare i momenti di difficoltà – commenta la presidente del Rotary, Francesca Porcedda – Come italiani siamo tutti chiamati a rimboccarci le maniche, guardare al futuro e non ricadere negli errori del passato”.

Di contro diminuiscono le piccole imprese (-8%). “Le Marche - ha aggiungo Mariotti - hanno tante micro aziende. Tra i difetti più comuni ci sono il notevole ritardo di ricambio generazionale, l'assoluto rifiuto, la scarsa propensione verso qualsiasi forma di aggregazione, il terzismo e dipendenza assoluta dall’unico cliente.


Chi non ha fatto nulla, in attesa che la crisi finisse, è scomparso. Molte aziende hanno cessato invece perché gli imprenditori, anziani, messi due soldi da parte e non avendo eredi che seguissero le loro orme, hanno preferito chiudere l'attività”.


Una ripresa che si vede anche nello studio della Fondazione Merloni sui bilanci delle prime 20 imprese marchigiane (solo 8 hanno avuto una riduzione di fatturato e di queste 7 con percentuali irrisorie e solo 4 chiudono in perdita) e sui dati Ice relativi al commercio estero, dove le imprese marchigiane hanno incrementato ulteriormente le esportazioni (+ 7,5%), raggiungendo i 12,5 miliardi (il 3,6% dell’export totale nazionale).

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