Roma - Nonostante piccoli segnali di ripresa evidenziati da Abi e Bankitalia, le condizioni riservate dalle banche alle micro,piccole e medie imprese restano in Italia estremamente difficili.
La conferma è arrivata dal direttore dell’ufficio studi di
Confcommercio Mariano Bella che ha presentato nella sede di Piazza
Belli dei dati estremamente inquietanti riguardo il credito alle imprese. I
tassi reali pagati da una piccola impresa italiana sono superiori a quelli di
altri paesi europei.
Se nel dicembre 2011 per prestiti fino ad un milione di
euro in Italia il tasso nominale era al 5 per cento,in Germania era al 3,9 ,in
Francia al 3,3 , in Olanda al 3,7 per cento. Ad ottobre 2014 in Italia era al
3,5 per cento, in Germania 2,7 per cento Francia 2,1 ed Olanda 3 per cento.
Una
micro impresa che si rivolge al credito paga di più di una piccola e media.
Così fino a 125mila euro il tasso di interesse sullo scoperto di conto corrente
è al 10,60 per cento,mentre per una impresa da 1 a 5 milioni di euro è al 7,85
per cento , per oltre 25 milioni il tasso si riduce a 3,22. Se nel
primo semestre del 2009 le imprese che avevano richiesto un
finanziamento erano il 34,6 per cento,
al terzo trimestre del 2014 erano solamente il 16,7 percento, pressoché
dimezzate,per il 50 per cento dovuto alla crisi e per l’altro 50 per cento
dovuto al credit crunch.
Secondo il rapporto Cer- Confcommercio in quattro anni e mezzo a seguito della restrizione creditizia per le micro,piccole e medie imprese ci sono stati meno 97 miliardi di euro di credito sfruttabile dalle MPMI non erogato dalle banche.
A fine 2013 più del 60 per cento delle imprese che erano ricorse a prestiti, hanno registrato aumenti significativi dei costi accessori del credito. Il Vice presidente di Confcommercio Pietro Agen,nel suo intervento ha lamentato che:”oggi tanto più l’azienda è debole tanto più paga alle banche” ed ha puntato il dito contro la Commissione istruttoria veloce (CIV) adottata dalle banche - quando il consumatore sconfina per un totale inferiore o pari a 500 euro per un massimo di 7 giorni – Questi sconfinamenti ha aggiunto Agen vengono fatti pagare anche il 21 o 22 per cento.
Come se ne esce ? Confcommercio chiede che il credito ad imprese e famiglie destinato ad incidere sul prodotto interno lordo, venga avvantaggiato rispetto al credito concesso per finalità speculative.
Riguardo all’annunciato decreto legge “investment compact”occorre riportare al centro dell’azione legislativa le esigenze delle micro, piccole e medie imprese. Per favorire la nascita di iniziative imprenditoriali sane va considerata la possibilità di utilizzare beni confiscati alla criminalità organizzata,con la costituzione di un fondo immobiliare dove far confluire i beni immobili confiscati,fondo che verrebbe utilizzato dal sistema dei confidi per garantire finanziamenti alle piccole e medie imprese. Ciò potrebbe avvenire con un accordo tra i Ministeri competenti,l’Agenzia nazionale per i beni confiscati e gli istituti di credito.