Unione Europea in crisi per sanzioni alla Russia

Unione Europea in crisi per sanzioni alla Russia

L’Italia perde in export 11 miliardi di euro l’anno

Le sanzioni imposte dalla Ue alla Russia per la questione Ucraina stanno avendo conseguenze negative per le economie europee.

L’interdipendenza tra l’economia russa ed europea è molto alta,in quanto la Russia è il terzo partner commerciale per l’Unione europea. Nel 2013 gli scambi commerciali tra Ue e Russia hanno superato i 325 miliardi di euro,valore comparabile al prodotto interno lordo di Danimarca ed Austria.

L’Unione europea, a sua volta,ha importato beni e servizi per un valore di 205 miliardi di euro, dei quali 150 riguardano importazioni di petrolio e gas. Molti Paesi della Ue stanno risentendo il colpo delle sanzioni alla Russia,in primis quelli che hanno volumi di scambi commerciali consistenti come la Germania, l’Italia, l’Olanda, la Polonia .

Questi paesi sono stati massimamente penalizzati dal divieto di vendere beni e tecnologia utili per l’esplorazione di nuovi giacimenti di petrolio e gas. Hanno subito danni economici  la Germania,l’Italia e la Francia che esportavano rispettivamente per 36 miliardi,11 e 8 miliardi di euro l’anno ma anche altri stati particolarmente esposti come Austria, Polonia,Lituania e la Repubblica Ceca.          

In questa guerra delle sanzioni,Mosca ha deciso di vietare le importazioni di prodotti alimentari europei creando danni economici importanti,  specialmente riguardo il mercato agroalimetare.

Per i  russi si affacciano,ora, nuovi attori internazionali con derrate provenienti  dal sudamerica che profittano della situazione. L’Unione europea esportava fino a qualche mese fa alimentari verso la Russia equivalenti ad 11 miliardi l’anno. La Commissione europea è intervenuta adottando misure tampone che dovrebbero sostenere i produttori dei Paesi più colpiti.

La crisi con la Russia ha anche conseguenze positive per le economie europee, ad esempio il calo del prezzo del petrolio dovuto al fatto che molti Paesi europei sono importatori di greggio come l’Olanda (25 miliardi),la Germania (23 miliardi),l’Italia (17 miliardi) e la Polonia (14 miliardi).

Il deprezzamento del rublo sta portando nuova liquidità creata dall’afflusso di capitali verso le banche europee.

La Banca Centrale russa  sta trasformando la liquidità di depositi esteri in valuta americana ma è plausibile pensare che vi sia anche una corsa verso l’eurozona.

I più colpiti dalle sanzioni si sono fatti sentire: specialmente le imprese di quei paesi che hanno più export verso la Russia, come dimostrato dalle manifestazioni di protesta avvenute nel Veneto, da quelle del  governo della Repubblica Ceca, alla Camera di Commercio della Baviera.  Queste manifestazioni sono destinate ad aumentare nei prossimi mesi se le sanzioni andranno a pieno regime.   .