Ascoli - Adriano Federici, presidente di Unioncamere Marche e della Camera di
Commercio di Ascoli Piceno, si sente libero di dire, visto che tra
qualche mese lascerà la presidenza e non ha alcuna intenzione di ricandidarsi. Crede che sia una un male tagliare del cinquanta per cento il diritto camerale creando ai bilanci delle Camere di Commercio già varati dei vulnus di estrema gravità.
"Tra l'altro - dice Federici - sia ad una azienda piccola che paga 80 euro l'anno che ad una grande che ne paga 2 mila, non è che il dimezzamento risolva granché.
Ci vuole altro, occorre abbassare la pressione fiscale, dare stabilità di governance per rendere tranquilli gli imprenditori che volessero investire. Capita invece che in corso d'investimento cambino le carte in tavola.
Sono stato profetico quando 10 anni fa diceo che occorreva togliere le province, ma non si può pensare che siano le regioni a supplire.
Dico allora adesso, e magari tra 10 anni si verificherà, che occorre invece pensare a microregioni in virtù della morfologia dei territori per pptere dare un supporto vero alle imprese. Eliminare le Camnere di Commercio - aggiunge Adriano Federici - significa far venire meno per le piccole e medie imprese il sostegno all'internazionalizzazione. Non è certo l'Ice (Istituto per il commercio estero, ndr) che non funziona o le ambasciate che possono dare questi servizi.
Occore invece razionalizzare le Camere di Commercio, questo sì, perché ad esempio un azienda privata potrebbe fare quello che fa Ascoli che ha 32 dipendenti con 20. Si posono eliminare quelle Camere che hanno un bilancio in rosso, o quelle che contano solo 9 mila imprese iscritte. Non si può pensare a regionalizzare tutto perché altrimenti si tolgono le interfacce con le imprese".
Il tessuto imprenditoriale - Alcuni dati di sintesi
Presentazione Prof. Gianluca Gregori